LONDRA – Il direttore del British Museum Hartwig Fischer, rilasciando un’intervista al quotidiano greco “Ta Nea”, esclude perentoriamente la possibilità di restituire alla Grecia i marmi del Partenone, giustificando la rimozione delle sculture come un “un atto creativo”.
Non sono ovviamente dello stesso parere i Greci, che di fatto considerano quell’appropriazione come un vero e proprio furto da parte dell’Inghilterra.
Fu Lord Elgin, nobiluomo inglese, tra il 1801 e il 1804, ad acquistare i marmi del Partenone pagando i governanti ottomani di Atene e facendoli trasportare in Inghilterra, dove vennero esposti a partire dal 1816 nel British Museum.
Il direttore del British, difendendo l’operato di Elgin, ha quindi fornito la sua spiegazione: “Quando si trasferisce un patrimonio culturale in un museo – ha sottolineato – lo si sposta fuori dal contesto. Eppure questo spostamento è anche un atto creativo”.
Dichiarazioni queste che hanno immediatamente suscitato polemiche. In particolare George Vardas, segretario dell’Associazione internazionale per le riunificazioni delle sculture del Partenone, ha posto la seguente domanda a Fischer: “Quale sarebbe la causa creativa della distruzione del tempio e il saccheggio della storia antica di una nazione?”
Dal canto suo il direttore del British ha risposto ricordando che nel corso dei secoli il Partenone ha cambiato più volte funzione: è stato un tempio di Atena, poi una chiesa cristiana e una moschea, per essere infine riscoperto verso la fine del XVII secolo.