PARIGI – Il Louvre ha acquistato una rara statua romana di Arpocrate (fine I-II secolo), che nel XVII secolo faceva parte delle antiche collezioni della famiglia romana dei Barberini.
La scultura è stata segnalata per la prima volta nel XVII secolo nell’inventario del cardinale Antonio Barberini (1607-1671) presso l’omonimo palazzo romano.“L’Arpocrate Barberini” costituisce quindi un’antica testimonianza del collezionismo romano in epoca moderna. Questo gli conferisce affinità con le collezioni di antiquariato del Dipartimento di Antichità Greche, Etrusche e Romane del Louvre, molte delle quali provengono, attraverso le collezioni reali o acquisizioni ottocentesche, da queste prestigiose collezioni principesche romane (Albani, Borghese, Mattei).
Prima di essere acquisito dal Louvre dalla Galerie Chenel di Parigi, il capolavoro antico è stato custodito in diverse collezioni nordamericane, tra la fine del XIX e il XX secolo. Si tratta di una delle rare rappresentazioni a grandezza naturale del dio greco-egiziano, identificato come figliodi Iside ed Osiride. Nell’antica Grecia veniva erroneamente considerato il dio del silenzio, a causa del suo dito sulla bocca.
Nella nuova acquisizione del Louvre, Arpocrate è mostrato come un bambino in piedi che indossa una clamide (mantello tenuto al collo, indossato dai Greci e poi dai Romani) che tiene nel braccio sinistro una cornucopia scanalata (simbolo della fecondità della natura), uno dei suoi attributi più frequenti, associati direttamente con il culto della triade isiaca, formato da Iside, Serapide e il dio bambino.
L’opera presenta diversi elementi della tradizione greco-romana: il corpo è contorto, ondeggiato a segnare la postura in contrapposto. La scultura testimonia dunque il sincretismo presente a Roma tra la fine del I e l’inizio del II secolo, attraverso la mescolanza di tradizioni iconografiche e l’importante luogo a Roma di questo culto egizio, adottato dai Greci poi dai Romani.