NAPOLI – Negli storici spazi del Quarto del Priore della Certosa di San Giacomo a Capri, è stato inaugurato il nuovo Museo Archeologico di Capri con l’allestimento “L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio“. Alla cerimonia hanno preso parte il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, co-curatore del progetto insieme a Carmela Capaldi dell’Università di Napoli Federico II, e la delegata alla Direzione regionale Musei Campania, Luana Toniolo.
“Il nuovo museo archeologico alla Certosa di San Giacomo che racconta la storia dell’isola nel momento del suo apogeo con 120 reperti rinvenuti in diversi scavi e finora conservati in numerosi depositi nel territorio campano – ha spiegato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – andrà a impreziosire insieme a Villa Jovis il nuovo istituto ‘Musei e parchi archeologici di Capri’, da me fortemente voluto tra i nuovi 17 musei autonomi. Una spinta decisiva a proporre ai visitatori un’offerta culturale degna dell’eccellenza di quella turistica di Capri, riconosciuta a livello globale”.

“Per il suo ruolo centrale nell’ambito della romanità – ha sottolineatoil Direttore generale Musei Massimo Osanna – l’isola aspettava e meritava questo museo che, a buon diritto, si inserisce nel Sistema museale nazionale, e che è stato reso possibile dalla fattiva collaborazione, oltre che di tutte le istituzioni ministeriali coinvolte, anche delle amministrazioni di Capri e Anacapri. Oltre ai reperti rinvenuti nel territorio isolano, si restituiscono alla pubblica fruizione anche altri oggetti, utili a completare il racconto museale, fino ad oggi conservati nei depositi di altri musei o provenienti da recuperi condotti dai Carabinieri: sono testimonianze storico-archeologiche di quei decenni che portarono Capri al centro dell’Impero romano”.

L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio
Il museo presenta un affascinante percorso che narra la storia dell’isola durante il periodo di massimo splendore sotto gli imperatori Augusto e Tiberio. La mostra si sviluppa in otto sale e comprende 120 oggetti e opere d’arte, tra cui sculture in marmo, affreschi, vasellame in ceramica e argento, ed elementi architettonici. Molti di questi reperti, rinvenuti sull’isola e precedentemente conservati nei depositi della Certosa e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono ora finalmente accessibili al pubblico.

Oltre ai reperti locali, il museo ospita oggetti provenienti da altre aree campane, come il Parco archeologico dei Campi Flegrei, il Parco archeologico di Paestum e Velia, e il Parco archeologico di Ostia Antica. Tra questi spiccano tre coppe in argento recentemente recuperate dagli Stati Uniti e un suggestivo affresco vesuviano che riproduce un tempio.
Il nuovo allestimento integra anche supporti multimediali per migliorare l’esperienza dei visitatori. Un touchscreen permette di esplorare virtualmente le 12 ville imperiali di Capri, offrendo una visione tridimensionale dell’isola e della sua storia. L’allestimento sottolinea il rapporto simbiotico di Capri con il mare, visibile da ogni sala del museo, creando un dialogo costante tra natura e arte.

La prima sala del percorso museale è dedicata alla natura selvaggia di Capri, evocata da un imponente quadro di K.W. Diefenbach e da una proiezione sulla volta che richiama la natura odierna. Le successive sale raccontano eventi e aspetti significativi della vita sull’isola durante il periodo imperiale, tra cui la battaglia di Azio e la vita nelle ville imperiali. La narrazione culmina con la Grotta Azzurra, un ninfeo naturale che, attraverso giochi di luce e un raffinato commento sonoro, immerge i visitatori in un’esperienza suggestiva.

La Certosa di San Giacomo
La Certosa di San Giacomo, costruita tra il 1371 e il 1374, ha una lunga storia di trasformazioni e rinnovamenti. Nel XVI secolo, subì gravi danni durante le incursioni dei pirati turchi, per poi essere ristrutturata e ampliata.
Dal 1808, dopo l’espulsione dei certosini, la Certosa è stata utilizzata come ospizio e carcere. Nel 1921, il sindaco Edwin Cerio promosse la creazione di un orto botanico nelle aree verdi per preservare la flora locale. Nel XX secolo, divenne un luogo di incontro per intellettuali e artisti, ospitando mostre ed esposizioni d’arte.
Vademecum
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