MILANO – Una stanza invasa dalla luce intermittente degli schermi. Un’altra, dove il cemento cede spazio alle erbacce. Inizia così Bile Nera, la mostra personale di Wang Jingyun a cura di Zhang Luming, in programma dal 19 aprile al 4 maggio 2025 alla Casa degli Artisti di Milano, nell’ambito del programma di residenza AAA – Atelier Aperti per Artista.
L’artista cinese, già presente al Padiglione Venezia della Biennale Arte 2022 e della Biennale Architettura 2021, costruisce un percorso immersivo che trasforma lo spazio espositivo in un doppio speculare della condizione esistenziale contemporanea. Due ambienti si rispondono e si contraddicono: uno tecnologico, in cui l’alienazione si manifesta attraverso il bagliore freddo di LED e monitor; l’altro, fragile e poetico, suggerisce un’idea di rigenerazione in una natura residuale che si insinua tra le crepe della città.
Una melancolia postmoderna
Il titolo della mostra rimanda alla “bile nera” della medicina ippocratica, fluido simbolico associato a Saturno, alla riflessione e alla malinconia. Per Wang Jingyun, diventa metafora dell’infodemia contemporanea, della solitudine silenziosa che si consuma nei non-luoghi urbani e nei rapporti mediati dalla tecnologia. Il progetto nasce durante la sua residenza alla Casa degli Artisti, e mette in scena una dissonanza crescente tra l’individuo e la collettività, tra presenza e isolamento, tra desiderio di comprensione e assenza di linguaggio condiviso.
Le installazioni, realizzate con schermi elettronici, luci artificiali, suoni, oggetti quotidiani, si collocano nel solco di una ricerca che riflette sul potere evocativo dei materiali poveri e industriali. L’artista utilizza elementi della vita ordinaria come relitti semiotici di una realtà in continua trasformazione, costruendo una narrazione frammentaria e contraddittoria, più evocativa che esplicita.

Tra infanzia perduta e rigenerazione immaginaria
Nel cuore della mostra si insinua un’immagine ricorrente nel lavoro dell’artista: la nostalgia per un’esistenza semplice e protetta, come quella dell’infanzia. Il paesaggio urbano abbandonato e attraversato da vegetazioni spontanee diventa così un simbolo ambivalente, tra disfacimento e speranza, tra rovine e germinazioni. Una condizione liminale, in cui la solitudine non è negata, ma osservata con attenzione e quasi accettata come matrice di una possibile rinascita.
“Bile Nera” non propone un rifiuto della tecnologia, quanto piuttosto un esercizio di ascolto in un’epoca di sovraccarico sensoriale. Un invito a rieducare lo sguardo e a ricostruire connessioni, anche laddove tutto sembra spingere verso la dispersione e l’atomizzazione.
Un progetto nato dalla residenza AAA
Il lavoro di Wang Jingyun si inserisce all’interno del progetto AAA – Atelier Aperti per Artista, il programma di residenze avviato da Casa degli Artisti nell’ottobre 2024 e in corso fino a dicembre 2025. Pensata per offrire uno spazio di lavoro e ricerca ad artisti e artiste di ogni provenienza, senza limiti di età o medium, la residenza ha coinvolto oltre venti nomi del panorama contemporaneo, favorendo momenti di confronto, studio visit, workshop e attività connesse alla ricerca artistica e teorica.
Tra gli artisti selezionati figurano, tra gli altri, Matteo Gualeni, Sofiya Chotyrbok, Rosario Grieco, Olivia Vighi, Selene Giorgi, e numerosi collettivi e pratiche multidisciplinari. Il progetto è seguito da un board curatoriale ampio e articolato, con l’obiettivo di valorizzare i diversi linguaggi e approcci alla ricerca.
La mostra di Wang Jingyun rappresenta una delle tappe di questo percorso, mettendo in scena il processo, più che il prodotto, e traducendo l’esperienza della residenza in una riflessione visiva sulla condizione umana contemporanea.
Vademecum
Casa degli Artisti
Milano, corso Garibaldi 89A / via Tommaso da Cazzaniga
www.casadegliartisti.org info@casadegliartisti.org
orario: da martedì a domenica (chiuso il lunedì) h. 12.30 – 19.00