Con la mostra unauthorized, Banksy. Painting Walls, il più noto degli street artist fa il suo ingresso nelle sale di M9 – Museo del ‘900 di Mestre, recentemente passato sotto la direzione di Serena Bertolucci.
Prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con M9, con il sostegno della Banca Ifis, l’esposizione, a cura di Sabina de Gregori, sarà aperta al pubblico dal 23 febbraio al 2 giugno 2024.
L’universo di Banksy: temi e contraddizioni del nostro tempo
Dopo il successo della mostra Rivoluzione Vedova, con questo nuovo progetto espositivo M9 continua il suo dialogo con i linguaggi dell’arte contemporanea, con l’obiettivo di stimolare riflessioni su alcuni temi di stretta attualità.
Banksy. Painting Walls – afferma Michele Bugliesi, Presidente di Fondazione di Venezia – “rappresenta per M9 la prosecuzione naturale del percorso lungo il quale il Museo continua ad arricchire il suo racconto delle trasformazioni di una società in costante divenire e cresce qualificandosi sempre più quale luogo in cui dare voce e spazio a ciò che la nostra società esprime, sperimenta, propone, costruisce”.
Con questa mostra, infatti, M9 introduce i visitatori all’immaginario di un artista che, da oltre vent’anni, influenza profondamente la scena culturale mondiale. Le oltre settanta opere esposte rappresentano un universo artistico che si nutre dei contrasti e delle contraddizioni del Novecento, riflettendo sulle sfide e le emergenze del presente: la crisi climatica, i conflitti globali e i fenomeni migratori.
I muri originali di Banksy in primo piano
Al centro della rassegna ci sono tre muri originali dipinti da Banksy, rispettivamente nel 2009, 2010 e 2018, provenienti da collezioni private. Protagonisti di questi lavori sono tre adolescenti, simbolo di una nuova generazione particolarmente sensibile alle tematiche intorno alle quali gravitano gli interessi dell’artista britannico.
Opera iconica dell’esposizione è Season’s Greetings, apparsa nel 2018 su un muro a Port Talbot, in Galles, città riconosciuta dall’OMS come la più inquinata del Regno Unito. Il murales raffigura un ragazzo che alza le braccia al cielo con la bocca aperta per assaporare i fiocchi di neve. La realtà si rivela ben differente, girando l’angolo del muro si scopre, infatti, che non si tratta di neve ma di cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme.
La street art e la sua musealizzazione
Gli altri due muri Heart Boy e Robot/Computer Boy, insieme ad altri pezzi unici, completano il panorama artistico della mostra che mette in scena un paradosso, ovvero il processo di sacralizzazione dell’arte pubblica, estraniata dal contesto urbano ed esposta alle dinamiche del mercato e, infine, musealizzata.
Le opere di Banksy, con il loro stile satirico e di denuncia, sono tuttavia esse stesse testimonianza di questa contraddizione.
Spiega Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi: “la museificazione di opere pensate per la strada – che va contro i dettami e le volontà dell’artista ma che nessuno, neppure lui, può oramai negare – ci racconta quanto un’arte nata dal basso, per contestare le gallerie, il mercato e il sistema dell’arte, oramai si sia fatta sistema anch’essa e debba entrare pienamente nei musei, debba essere storicizzata e sacralizzata, riconoscendo quanto il successo popolare di Banksy ne abbia cambiato radicalmente l’identità ignota”. “Banksy – continua Folena – di cui da un quinquennio MetaMorfosi si occupa con continuità e con rigore scientifico ed espositivo, diventa definitivamente, con l’esposizione al M9 di Mestre, che fa parte di un tour europeo di queste opere, un artista classico, nella sua contemporaneità, che merita questo approccio“.
Per la curatrice, Sabina de Gregori, questa esposizione “più che una mostra su Banksy, questa vuole essere una mostra su tutto quello che gira attorno alle sue opere”. “Ogni anno – sottolinea – vengono organizzate centinaia di mostre, in tutto il mondo, sull’artista di Bristol. E molte di queste continuano a riproporre il ritratto di un writer anonimo e romantico, mancando a mio avviso un punto fondamentale: Banksy è il più noto degli anonimi, un artista di strada così invisibile da essere diventato una divinità, un re Mida che non è più in grado di produrre arte di strada perché tutto ciò che tocca diventa una performance mediatica“. De Gregori sostiene che Banksy sia un “artista performativo“, ma non è tanto “lui a compiere una performance“. “La vera performance è la sacralizzazione di Banksy”. Con questo lavoro – spiega ancora la curatrice – intendiamo farvi camminare in una cattedrale di silenzi. Farvi osservare, oltre un confine, l’assenza di un artista e quello che produce: la divinizzazione“.
Un ponte tra passato e presente, tra laguna e terraferma
Il dialogo tra opera e contesto assume un significato particolare nella mostra Banksy. Painting Walls al M9, poiché giunge cinque anni dopo la realizzazione dell’opera Migrant Child a Venezia.
Il murales di Dorsoduro, di cui è stato recentemente annunciato il restauro con il sostegno di Banca Ifis, diventa un punto di convergenza tra la mostra e la città.
L’obiettivo dell’esposizione è creare un ponte tangibile tra la laguna e la terraferma. Come sostiene la direttrice Serena Bertolucci, questa mostra: “È la costruzione di un sistema di accessibilità e interpretazione che abbraccia due punti, solo fisicamente distanti, ma in realtà molto vicini. Il bambino migrante, dipinto 5 anni or sono nel Sestiere Dorsoduro, in questa occasione non solo entra in dialogo ideale con altri celeberrimi bambini, eletti da Banksy a vere proprie icone, ma trova in M9 nuove occasioni di approfondimento e spunti di analisi. L’invito è quello di spostarsi tra i due luoghi, nell’ottica di rinnovare o riscoprire l’artista, ma forse anche un po’ sé stessi“.
Eventi collaterali: dai live painting ai talk
Il rafforzamento di tale connessioni è anche il cuore della mostra Dialoghi Urbani. Street art vs museo, una retrospettiva sugli street artist e writer attivi in Veneto. Ospitata al secondo piano del Museo, l’esposizione propone un confronto tra le opere di Banksy e quelle di una ventina di artisti operativi dagli anni ’90 ad oggi.
In programma anche eventi collaterali che includono live painting per dodici sabati, dal 2 marzo al 1° giugno, di street artist che si esibiranno sui muri esterni di M9, dando vita a opere uniche ed effimere. Infatti, ogni settimana, un nuovo artista ricoprirà il lavoro precedente.
Inoltre, si terranno talk, dialoghi e lezioni gratuite curate da Sabina de Gregori, dalla direttrice del M9 Serena Bertolucci e da esperti e accademici, per approfondire le tematiche stimolate dalle opere di Banksy e riflettere sull’evoluzione del capitalismo e della società dei consumi.