ROMA – Il Palazzo del Quirinale ospita fino al 26 febbraio 2017 la mostra dal titolo “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, che attraverso 80 straordinari capolavori, provenienti da importanti istituzioni archivistiche, bibliotecarie e museali europee e italiane intende evocare i legami millenari e gli scambi culturali tra la Cina e l’Occidente, in particolare l’Italia.
Come sottolineato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Già molto tempo prima dell’apparizione della seta, mercanti portavano giade, lapislazzuli, tè, spezie e minerali lungo le rotte che da Xi’an raggiungevano la Persia, Palmira, Costantinopoli, Venezia. Il traffico delle merci ha avvicinato genti di lingue, culture e religioni diverse, ha aperto la porta a nuovi saperi e ha permesso alle civiltà dell’Europa e dell’Asia di crescere ancora, grazie a una reciproca influenza, stabilendo relazioni che si sono mantenute per tutto l’arco della storia, resistendo anche a contingenze avverse”.
Ospitando questa esposizione nel Palazzo del Quirinale, si vuole porre l’accento sul ruolo che anche oggi hanno la Cina e l’Italia nella costruzione di un mondo dove deve prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi.
L’esposizione è stata curata da Louis Godart, consulente del Presidente della Repubblica in materia di iniziative culturali ed espositive, David Gosset, fondatore del Forum Europa-Cina e delle Nuove iniziative sulla Via della Seta e Maurizio Scarpari, sinologo della Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università Kore di Enna.
Louis Godart ha così spiegato l’idea di realizzare questa mostra: “Oggi l’attenzione rivolta alle rotte commerciali che attraversano il gigantesco continente euroasiatico si è acutizzata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una “Nuova Via della Seta” che collegherà l’antica città di Xi’an con Rotterdam e, attraverso molte diramazioni, con altre grandi città europee tra cui ovviamente Venezia.
Il progetto intende abbracciare dunque nella sua complessità, ricchezza e spessore cronologico la storia dei rapporti tra l’Oriente e l’Europa.
Die Seidenstrasse, “La Via della Seta”, il termine entrato nell’immaginario collettivo, è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso l’UNESCO, attenta a rilevare i rapporti interculturali, esalta il concetto per evidenziare i legami tra l’Estremo Oriente, in particolare la Cina, l’Asia Centrale e il mondo occidentale.
Lungo l’antica Via della Seta che attraversava il vasto continente euroasiatico, l’Oriente e l’Occidente sono entrati in contatto e si sono arricchiti rispettivamente attraverso lo scambio di merci, tecniche e informazioni di ogni genere. La mostra evidenzia dunque ancora una volta il fatto che la frontiera tra l’Europa e l’Asia è solo un concetto astratto. La Via della Seta non rappresenta infatti una divisione, al contrario incoraggia i contatti all’interno di uno spazio immenso ed è un punto di riferimento per gli scambi in seno al continente euroasiatico. Lo spiega lo stesso David Gosset nel suo testo introduttivo, evidenziando come la Via della Seta arricchisca l’Oriente e l’Occidente. “Identità e diversità non si escludono radicalmente; se l’Oriente e l’Occidente possono apparire diversi, non debbono sembrare assolutamente opposti. Come due poli inseparabili, l’Est e l’Ovest sono più vicini allo Yin e allo Yang, i due opposti in una rappresentazione dualistica del mondo”.
Gli oggetti presenti nella mostra testimoniano la varietà e la ricchezza degli scambi, l’abilità dei maestri artigiani nei vari ambiti della produzione delle sete, delle ceramiche, delle pietre e dei metalli preziosi e la perizia con cui i cartografi dell’antichità hanno rappresentato il mondo a loro noto, integrando le nuove conoscenze geografiche in un quadro sempre più ampio e complesso.
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