PARIGI – L’immagine della celebre opera, esposta al Muséè d’Orsay di Parigi, era stata infatti pubblicata nel 2010 sul social network da un insegnante, Frederic Durand-Baissas. Facebook aveva provveduto prontamente non solo a rimuovere l’immagine, ma addirittura a sospendere l’account di Durand-Baissas. La motivazione era che il post violava le regole relative alla “nudità” del social network. Durand-Baissas fece causa a Facebook e, nel marzo 2015, un tribunale francese gli diede ragione. Il 12 febbraio scorso anche un altro tribunale, sempre francese, ha confermato essere legittime le richieste dell’insegnante. Durand-Baissas, infatti, attualmente chiede a Facebook di avere l’account riabilitato, oltre a 20 mila euro di indennizzo.
Secondo i legali di Facebook un utente del social network non ha invece diritto di protestare, visto che il servizio è gratuito, e inoltre sostiene anche che l’insegnante avrebbe dovuto rivolgersi a un tribunale della California, dov’è la sede del social network. Facebook potrà comunque ricorrere in appello contro la decisione del tribunale francese.
Certo è che derubricare un capolavoro come quello di Courbet come immagine pornografica e arrivare a un atto di censura, apre a qualche riflessione. Vergognosa infatti è la censura non la nudità di un’opera d’arte.