Dal 20 settembre al 16 novembre, torna in Sicilia (e per una tappa anche a Mantova) uno degli appuntamenti culturali più attesi dell’anno: “Le Vie dei Tesori”, il festival che trasforma città e territori in grandi musei diffusi, aprendo al pubblico oltre 400 luoghi e offrendo centinaia di esperienze tra visite, passeggiate, degustazioni e narrazioni teatrali. Un’occasione unica per scoprire meraviglie spesso nascoste o solitamente inaccessibili: dai castelli alle catacombe, dagli oratori barocchi ai mosaici romani, passando per collezioni private, caserme dei Vigili del fuoco, ex carceri, Prefetture e – per la prima volta – anche aeroporti, con accessi speciali a torri di controllo e aree operative.


Un viaggio culturale lungo due mesi
Il festival, ideato da Laura Anello e giunto alla sua 19ª edizione, partirà il 20 settembre in nove città siciliane: nei primi tre weekend dal 20 settembre al 5 ottobre si torna ad Alcamo, Bagheria, Carini, Enna, Leonforte, Mazara del Vallo, Messina, Termini Imerese e Trapani. Dall’11 al 26 ottobre tocca ad altre quattro città, Caltanissetta, Corleone, Marsala e Sciacca; dal 18 ottobre al 2 novembre arrivano Ragusa e si aggiunge (ormai da otto anni) anche Mantova. Catania occupa un mese intero, dal 10 ottobre al 9 novembre, e poi Palermo dove il progetto è nato, diciannove anni fa; sei weekend, dal 10 ottobre al 16 novembre. Tutto sulle gambe di oltre 500 giovani storyteller del patrimonio (giovani archeologi, storici dell’arte, giornalisti, architetti, botanici) cui si affiancano 1500 studenti delle scuole di tutta la Sicilia, grazie a una convenzione con l’Ufficio scolastico regionale, e decine di guide turistiche ed escursionistiche che conducono le passeggiate urbane e naturalistiche. “E’ un festival di straordinaria bellezza, con tantissime novità, sedici città siciliane più Mantova, e ognuna ha fatto a gara per trovare spunti diversi e luoghi ritrovati. Ognuna sarà una scoperta, sarà un viaggio bellissimo e si arriverà a Palermo dove tutto è nato e dove resusciteremo virtualmente Villa Deliella grazie ad un progetto in collaborazione con la casa editrice Kalòs” dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.

Un successo che cresce ogni anno
Nel 2024 “Le Vie dei Tesori” ha superato 250 mila presenze con un indice di gradimento superiore al 90% e un indotto economico per la Sicilia di circa 8 milioni di euro. Numeri che confermano la portata del progetto, oggi tra i più grandi festival culturali italiani dedicati alla scoperta del patrimonio. “È un evento che ha assunto una capacità attrattiva internazionale, per il numero di visitatori che riesce a richiamare”, ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla durante la conferenza stampa di presentazione presso la sede di Unicredit. “Questo è importantissimo in un momento in cui Palermo registra numeri turistici da record”. A rendere possibile il festival è una macchina organizzativa composta da oltre 500 giovani “storyteller del patrimonio” – tra archeologi, storici dell’arte, architetti, botanici, giornalisti – affiancati da 1.500 studenti provenienti da scuole di tutta la Sicilia, grazie a una collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. A guidare le passeggiate urbane e naturalistiche ci saranno decine di guide turistiche ed escursionistiche.


Tra le tante curiosità in programma
Accanto allo storico aeroporto di Boccadifalco (con i voli in Piper e in elicottero) quest’anno si sale sulla Torre di controllo dell’aeroporto di Punta Raisi e si visita Trapani Birgi; aprono le porte tre Prefetture (la sede di Messina affacciata sullo Stretto, Ragusa che per la prima volta mostra le tempere di Duilio Cambellotti; e la sontuosa sede di Trapani). Debutto per le caserme dei Vigili del Fuoco sia di Caltanissetta che di Enna, di un Faro a Marsala, mentre Ragusa riapre il suo rifugio antiaereo sotto il Municipio per la prima volta dopo la fine della guerra.
Si potrà vedere sostanzialmente concluso il restauro del mosaico romano di De Spuches a Carini, si scoprirà a cantiere aperto il recupero del Palazzo delle Benedettine a Enna e il Monumento funebre al vescovo Montaperto a Mazara del Vallo.

A Messina aprono tre istituti religiosi: lo Spirito Santo con le celle scavate nella roccia, il Sacro Cuore che custodisce l’ulivo di San Placido, e l’Eremo della Madonna degli Angeli. Si andrà per studi d’artista, legati al territorio, a Termini Imerese, Caltanissetta e Mazara del Vallo; e per cantine, raggiungendo Marsala o Alcamo. Aree archeologiche e musei, tanti, alcuni preziosi e poco conosciuti come l’antiquarium di san Calogero a Sciacca, altri di impatto come Palazzo Varisano a Enna, e si raggiunge Mozia dove verrà mostrata per la prima volta la “giovinetta” ritrovata.
Per chi è appassionato dell’impresa dei Mille, bisogna correre a vedere le collezioni private di Enna o Termini Imerese, salire sulla Terrazza Garibaldi a Marsala, o scoprire il pittore Liardo a Leonforte, cittadina che apre palazzi inaspettati come quello che è un vero piccolo, museo della Bauhaus. Le antiche fabbriche che ancora producono dopo diverse generazioni si troveranno invece a Bagheria, e le visite le condurranno gli stessi proprietari, dagli agrumi al pesce. Ogni città ha cercato di mettere sul piatto tesori inaspettati, aggiungendo creatività al territorio: dalle cappelle votive ai castelli, dalle cripte alle ghost town, per dimostrare facilmente una Sicilia che cambia a ogni passo.
Tutti i programmi delle città che vivono il festival a settembre sono già on line (www.leviedeitesori.com) e prestissimo si aggiungeranno quelli di ottobre.

