BRESCIA – Lo splendore di Venezia è la rassegna, curata da Davide Dotti, che dal 23 gennaio fino al 12 giugno, verrà ospitata a Palazzo Martinengo a Brescia. In esposizione oltre cento capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane ed estere, dei maggiori artisti italiani e stranieri, che, a partire dal Settecento, hanno dedicato la loro arte alla riproduzione di vedute della città lagunare.
Paesaggio unico quello di Venezia, veniva spesso raffigurato in occasioni particolari, quali alcune feste come quella del Redentore, della Regata Storica, della Sensa e del Carnevale.
Il motivo di questa scelta era dettata dal fatto che in quei momenti gli scorci dei canali e della rive erano arricchiti dalla folla dei partecipanti. Il percorso espositivo della mostra di Palazzo Martinengo segue un ordine cronologico e comincia infatti con l’olandese Gaspar Van Vittel e il friulano Luca Carlevarijs, artisti che ebbero una grande influenza su Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto. A lui è stata dedicata una particolare sezione che comprende anche le opere del padre Bernardo Canal e del nipote Bernardo Ballotto.
In mostra sono anche presentati i lavori degli artisti della seconda metà dei secolo: gli italiani Michele Marieschi, Francesco Albòtto, Antonio Gnoli, Jacopo Fabris, le svedese Johan Richter e 11 inglese Willianm James.
Grande spazio è stato dato a Francesco Guardi che è presente con una decina di opere, e che rappresenta anche una rottura rispetto al precedente modo di raffigurare Venezia. Guardi infatti non si sofferma sulla Venezia festosa ma dipinge una città quasi fantomatica, vista in dissolvenza, preannunciando un successivo evolversi della pittura.
Un’altra sezione è dedicata invece ad artisti provenienti dal filone romantico, a cavallo tra Sette e Ottocento. Tra questi Giuseppe Bernardino Bisoli, Giovanni Migliare, Giuseppe Borsato, Francesco Moja, Giuseppe Canella. Infine per quel che concerne il XIX secolo sono presentati Angelo Inganni e ancora i componenti della famiglia Grubacs, Ippolito Zanin, Guglielmo Ciardi e Pietro Fragiacomo.