ROMA – L’esposizione è stata inaugurata il 30 maggio alla presenza del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il quale ha affermato: “Capolavori che parlano da soli e sono un autentico connubio tra arte, storia e fede”. “Queste opere d’arte mantengono lo stesso impatto visivo ed espressivo di un tempo. Non hanno perso la loro attualità! La Madonna, che con il suo manto protegge e ripara i fedeli, esprime anche a noi quell’attenzione materna, quell’affetto e quella dedizione che una Madre riserva ai suoi figli. Quel mantello aperto è rivolto a ognuno di noi che l’osserviamo. Le braccia spalancate sono un invito a ricorrere a Lei, ad avere fiducia, a non temere niente e nessuno che verrà a turbare il cuore dei suoi figli”.
Il percorso della mostra, a cura di Maria Grazia Bernardini e Mario Lolli Ghetti, è suddiviso in due sezioni:
La Madonna della MisericordiaL’appellativo di Mater Misericordiae è molto antico, risale probabilmente tra il V e il VI secolo, quando viene citata così in un sermone dello scrittore Giacomo di Sarug. L’iconografia in cui la Vergine appare in piedi con un grande mantello sotto il quale accoglie il popolo di Dio ebbe origine in Toscana e nel Lazio nell’alto Medioevo ed ebbe una grande diffusione tra il Tre e il Quattrocento. L’opera più famosa di questo tema è il Polittico della Misericordia di Piero della Francesca, che si trova a Borgo San Sepolcro, ma tanti sono stati gli artisti che l’hanno raffigurata, da Simone Martini a Lippo Memmi, da Bartolomeo Caporali a Pietro Perugino.
In questa sezione della mostra un piccolo nucleo di dipinti testimonieranno della grande diffusione che il soggetto ebbe e tra questi si segnalano un dipinto di Niccolò Alunno, proveniente dalla Pinacoteca Comunale di Assisi, una tavola della fine del Quattrocento del Museo Diocesano di Orte, una tela di Jacopo Zanguidi detto Il Bertoja della Galleria Nazionale di Parma.
Le Sette Opere di Misericordia Corporali
Le Opere di Misericordia sono per la prima volta descritte da Cristo stesso nel Vangelo di San Matteo e vengono ben presto codificate in un elenco. Probabilmente però è solo nel XII secolo che viene stabilita la lista delle sette opere di misericordia, le sei citate da San Matteo (vestire gli ignudi, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati) e seppellire i morti.
L’opera più celebre e più esemplificativa del tema della misericordia è il dipinto che Caravaggio eseguì per il Pio Monte della Misericordia a Napoli nel 1606-1607, conosciuto come le Sette Opere di Misericordia. In verità, l’esatto titolo dell’opera, come risulta dai documenti, è la Madonna della Misericordia.
Qui sono presentati i dipinti e le sculture che illustrano le varie opere misericordiose, tra cui si segnalano un bassorilievo di Pietro Bernini del Museo Nazionale di San Martino, la Carità di Guido Reni e un dipinto di Pierre Subleyras del Museo di Roma.
I due grandi capolavori di Piero della Francesca e di Caravaggio, per la delicatezza e l’importanza delle opere, saranno documentati attraverso pannelli didattici.
La mostra è promossa da Roma Capitale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ed organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e Cultura in occasione del Giubileo indetto dal Santo Padre, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo edito dalla Gangemi Editore.
Vademecum
LA MISERICORDIA NELL’ARTE
Itinerario giubilare tra i Capolavori dei grandi Artisti Italiani
Roma, Musei Capitolini
Palazzo dei Conservatori
31 Maggio/27 Novembre 2016