VENEZIA – La stagione espositiva 2021 della Galleria di Palazzo Cini a San Vio si conclude con la mostra Arturo Martini, Giorgio Morandi, Filippo De Pisis. Il Lascito Franca Fenga Malabotta, prima di una serie di iniziative promosse dalla Fondazione Cini volte a far conoscere e valorizzare l’eredità di Manlio Malabotta (1907-1975), personalità tra le più importanti e affascinanti del Novecento giuliano, la cui fama è legata alla celebre raccolta di dipinti e di grafica di Filippo De Pisis, oggi conservata presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.
Il lascito di Franca Fenga Malabotta
Con lascito testamentario disposto del 2013 dalla signora Franca Fenga Malabotta (1924-2020), vedova di Malabotta e perfezionato nel 2020, le collezioni dell’Istituto di Storia dell’Arte, diretto da Luca Massimo Barbero, si sono arricchite dell’intera raccolta d’arte grafica novecentesca (disegni e stampe di Attardi, Biasion, Cassinari, Chagall, Dova, Guacci, Guidi, Kubin, Lilloni, Maccari, Marini, Mascherini, Minguzzi, Morandi, Morlotti, Reggiani, Vedova, Zigaina); di un significativo nucleo di libri d’artista (con illustrazioni di Barbisan, Bartolini, Carmelich, Carrà, Cesetti, Clerici, De Chirico, De Pisis, Gentilini, Guttuso, Maccari, Martini, Rosai, Sassu, Scipione, Viviani, Zancanaro); di alcuni pregevoli volumi illustrati ottocenteschi di interesse istriano e giuliano provenienti dalla ricca biblioteca. A rendere speciale il lascito Malabotta è senza dubbio il nucleo di opere, in particolare sculture, di Arturo Martini,il sommo artista trevigiano, rivoluzionario protagonista della plastica nel Novecento italiano; tra queste: il gesso de La sete, preparatorio per l’omonima scultura in pietra di Finale del 1934; la splendida formella in terracotta dell’Ofelia, appartenuta a Giovanni Comisso, del 1932; un olio su cartone con una Natura morta; il Cavallino in bronzo del 1943.
La mostra
L’esposizione, visitabile fino al 31 ottobre 2021, è ospitata al piano nobile della Galleria di Palazzo Cini, presenta sette opere di Arturo Martini (il gesso La sete, 1932; i bronzi La sete e Donna al mare, 1932, e Cavallino, 1943 ca.; la terracotta con l’Ofelia, 1932; l’olio su cartone Natura morta, 1945; il volume con litografie Lirici minori del XIII e XIV secolo, Edizioni della Conchiglia, 1941); tre di Giorgio Morandi (l’acquaforte Natura morta con scatole e bottiglie su sfondo ovale, 1921; l’acquaforte Natura morta con vasetto e tre bottiglie, 1945-1946; l’acquerello Natura morta, 1963); tre di Filippo de Pisis (Gli amanti, prova di stampa litografica per una delle illustrazioni del volume I carmi di Catullo, Verona, Officina Bodoni/Hoepli 1945, di cui si espone l’esemplare integro; Bobby, tavola litografica del volume Alcune poesie e dieci litografie a colori di Filippo de Pisis, Il Tridente, Venezia 1945). I visitatori potranno così godere dei capolavori della collezione Malabotta in dialogo con la collezione permanente del museo, che raccoglie i capolavori della collezione d’arte antica di Vittorio Cini.
Al primo piano è possibile ammirare l’Ospite a Palazzo, il celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello prestato dal Musée Jacquemart-André di Parigi.
Il dipinto è stato concesso dall’istituzione francese, in reciproco scambio, per Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega attualmente esposto a Parigi in occasione della mostra Botticelli: un laboratoire de la Renaissance (10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022). Al secondo piano continua la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che espone una selezione dell’opera incisoria di Giambattista Piranesi vedutista, letta attraverso il suggestivo confronto delle sue Vedute di Roma con altrettante vedute fotografiche corrispondenti di Gabriele Basilico, maestro assoluto della fotografia urbana.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico.