TORINO – Gli NFT arrivano ad Artissima 2021. La Fiera, infatti, insieme alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT dà il via a Beyond Production, una piattaforma concettuale nata per stimolare e promuovere riflessioni sulle tendenze più innovative dell’arte contemporanea.
Il progetto
Viene dunque lanciato il progetto Surfing NFT realizzato in sinergia con l’OGR Award e in collaborazione con professionisti del settore digitale e legale, Artshell e LCA.
Il progetto intende invitare gli artisti presentati dalle gallerie di Artissima a sperimentare la produzione di un’opera tramite i Non Fungible Token e la tecnologia blockchain in un contesto specializzato in cui l’attenzione si concentra sulla qualità dell’opera e non solo sul suo valore di scambio.
Surfing NFT coinvolge attivamente le gallerie d’arte, considerate soggetto mediatore imprescindibile per lavorare efficacemente con i protagonisti della sperimentazione artistica contemporanea.
«Surfing NFT – commenta Anna Ferrino, Presidente di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT – è la nuova sfida firmata Artissima che la Fondazione intende sostenere, al fine di indagare come la tecnologia digitale influenzi a livello mondiale ogni ambito del vivere contemporaneo, compreso il fare artistico».
Il progetto racchiude i tratti focali identitari sia di Artissima che di Fondazione Arte CRT, dalla ricerca scientifica di progettualità sperimentali da supportare e promuovere, all’importanza del concetto di collezione, strumento indispensabile per fotografare l’evoluzione del mondo dell’arte e cristallizzarlo nel tempo.
Artissima offrirà a cinque artisti e alle rispettive gallerie – selezionati da un comitato curatoriale internazionale attraverso una call – la possibilità di produrre un’opera digitale registrata con NFT su blockchain e di visualizzarla in una piattaforma dedicata al progetto elaborata ad hoc da Artshell, senza l’obbligo di venderla con il tradizionale processo di scambio in cripto-valute.
www.artissima.art | info@artissima.it
Gli NFT
NFT “Non Fungible Token” indica un bene digitale criptografico “non fungibile” ossia unico e non interscambiabile quindi in contrasto con, ad esempio, i bitcoin che sono fungibili e quindi interscambiabili.
Gli NFT vanno a colmare una delle criticità dell’arte digitale, costretta a fare i conti con il potenziale della riproduzione di massa e della distribuzione non autorizzata su Internet, perché forniscono prove di autenticità e proprietà dell’opera anche quando questa viene duplicata ai fini della sua diffusione. Vivono e vengono fruiti sulla blockchain – che possiamo immaginare come un grande registro di dati digitali – impiegando la stessa tecnologia delle cripto-valute, ma a differenza di queste sono, appunto, non interscambiabili perché unici.
Gli NFT sono inoltre indivisibili, a differenza delle cripto-valute che possono essere frazionate. Questo comporta che la proprietà dell’NFT sia riconducibile ad una sola persona. Nel codice criptato di ciascun NFT compaiono i dati di chi lo possiede e della vendita che ha operato per assicurarselo. Ogni NFT è indistruttibile: la tecnologia della blockchain e gli “smart contract” emessi quando un NFT viene registrato non possono essere replicati o distrutti. Tali tutele risultano di fondamentale importanza per un’opera digitale che, grazie a questo ambiente, si avvicina alla concezione dell’opera fisica e invita gli artisti contemporanei ad approcciarla – con maggior sicurezza rispetto a 10 anni fa – utilizzando le nuove tecnologie, avvicinandosi a nuovi pubblici e indagando nuove forme di incontro con l’arte attraverso gli strumenti digitali con cui viviamo in simbiosi.