ROMA – La riorganizzazione del MIBAC passa anche attraverso la soppressione degli Istituti autonomi del Parco Archeologico dell’Appia Antica, del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, della Galleria dell’Accademia di Firenze e del Castello di Miramare di Trieste. Questa sembra infatti una delle novità emerse dal nuovo Regolamento organizzativo del ministero dei Beni e delle Attività culturali voluto dal ministro Alberto Bonisoli, al momento al vaglio del Mef e dunque non ancora definitivo. Novità che andrebbero a modificare l’impianto dato dall’ex ministro Dario Franceschini proprio nella parte che riguarda i Musei, togliendo i quattro siti dalla lista degli istituti di rilevante interesse nazionale dotati di autonomia speciale.
A tal proposito Italia Nostra e l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli hanno espresso una profonda preoccupazione. Si legge in una nota congiunta a firma di Mariarita Signorini, Presidente Nazionale Italia Nostra, e Rita Paris, Presidente Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli: “Tale previsione, contenuta nella bozza di DPCM sulla riorganizzazione del Ministero, appare sostanzialmente priva di una meditata valutazione della riforma attuata dal precedente Ministro sull’intero assetto organizzativo delle Soprintendenze uniche, dei Poli Museali e degli Istituti autonomi”.
Nella bozza manca anche ogni puntuale riferimento circa la futura destinazione di questi Istituti e questo – sottolinea la nota – “crea ulteriori elementi di forte preoccupazione e perplessità”. “Entrare a gamba tesa nella organizzazione di settori così delicati e rilevanti – si legge ancora – sacrificando la cura e la valorizzazione del patrimonio culturale del Paese, non può che comportare ulteriori forti scompensi. Italia Nostra e l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli si appellano al Ministro affinché ascolti le Associazione e i lavoratori”.
Ciò che le due associazioni chiedono al Ministro Bonisoli è di voler approfondire la questione, riconsiderando l’ipotesi e fornendo spiegazioni su quanto si è appreso “al fine di evitare che decisioni così importanti creino ulteriori irreversibili danni alla tutela di un patrimonio di rilevanza internazionale, già fortemente danneggiato, nell’immagine, dalle notizie riportate dalla stampa: beni di fatto declassati, ignorando secoli di storia e di impegno, trattati alla stregua di merce a cui si è tolta la dignità che meritano”.