ROMA – Una delle figure femminili ritratte da Michelangelo nel Giudizio Universale della Cappella Sistina, potrebbe rappresentare una donna con un cancro al seno. È questa la suggestiva ipotesi di un gruppo di ricercatori, il cui studio, pubblicato sulla rivista The Breast, sta suscitando interesse a livello internazionale. La figura, situata sul lato sinistro della scena e coperta solo da un velo blu, mostra caratteristiche fisiche che potrebbero rimandare ad alcuni segni tipici della malattia.
Indizi anatomici di un carcinoma
Secondo Raffaella Bianucci, bioantropologa dell’Università di Parigi Saclay, il seno destro della donna presenta un capezzolo retratto, con un’areola irregolare e segni di erosione – caratteristiche riscontrabili in un carcinoma al seno avanzato. Anche l’area ascellare della figura rivela un rigonfiamento sospetto, che potrebbe ricondursi a linfonodi ingrossati. Questi dettagli sembrerebbero non essere casuali, ma frutto di una scelta consapevole dell’artista.
Michelangelo era noto per il suo interesse all’anatomia umana e per la sua conoscenza avanzata per l’epoca. Non sarebbe la prima volta, inoltre, che si ipotizza una rappresentazione di patologie nelle sue opere. Un caso simile è stato individuato nella scultura Notte nelle Cappelle Medicee a Firenze, che alcuni ritengono ritragga un’altra forma di cancro al seno.
La malattia come memento mori
Se l’interpretazione di Bianucci e dei suoi colleghi fosse corretta, Michelangelo potrebbe aver utilizzato i segni del tumore al seno come simbolo della mortalità umana e dell’inevitabilità della morte, in linea con i temi biblici di colpa e castigo presenti nella Genesi. Il ciclo pittorico della Cappella Sistina è spesso intriso di ammonimenti, e il corpo femminile, in particolare il seno, potrebbe rappresentare in questo contesto un simbolo del peccato e della lussuria, meritevole, secondo l’Antico Testamento, di punizione divina.
Una “diagnosi” ancora controversa
Nonostante l’interessante ipotesi, diversi storici della medicina restano, tuttavia, scettici. Alcuni ritengono che se Michelangelo avesse davvero voluto rappresentare un tumore, avrebbe probabilmente enfatizzato, in maniera più evidente, i segni della malattia, ad esempio con ulcere o lesioni visibili. Il dibattito resta dunque aperto e sottolinea quanto l’interpretazione dei dettagli anatomici nelle opere d’arte rinascimentali sia spesso sfuggente e soggetta a diverse interpretazioni.