ROMA – E’ stato presentato il 4 aprile presso a Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’undicesimo Rapporto dell’Associazione Civita, dal titolo Millennials e Cultura nell’era digitale. Consumi e progettualità culturale tra presente e futuro.
Il volume propone una fotografia dei ragazzi delle generazioni Y (18-32) e Z (15-17), ovvero i nati fra il 1986 ed il 2003, da cui emergono gusti, aspirazioni, attitudini di consumo culturale, propensione alla produzione creativa ed ambiti di criticità.
La ricerca è stata condotta dal Centro Studi “Gianfranco Imperatori” dell’Associazione Civita, in collaborazione con Baba Consulting.
Dunque chi sono questi giovani analizzati?
La maggior parte di essi (il 76%) vive con la famiglia di origine; il 93% è single (86% Gen Y) e solo il 4% ha figli. Il 41% è in possesso di laurea o titolo post lauream (in prevalenza di taglio scientifico) e, in termini occupazionali, il 14% del campione svolge un’attività lavorativa – oltre 4 Millennials su 10 sono occupati a tempo pieno – mentre 6 intervistati su 10 sono studenti.
I Millennials risultano ambiziosi e, al contempo, minati dalla precarietà e dal senso di frustrazione nei confronti del proprio futuro lavorativo ed economico, i giovanissimi della Gen Z, nativi digitali, si dichiarano “curiosi” e “felici”.
Riguardo ai valori di riferimento, la socialità tende a polarizzarsi nell’ambito ristretto della famiglia, della cerchia di amici e delle relazioni amorose, con disinteresse e disaffezione per le istanze sociali e collettive.
Il ritratto che emerge è quello di una generazione confusa rispetto alla propria condizione, la cui definizione di sé passa attraverso gli interessi e le passioni individuali “sono ciò che faccio”, e che non si riconosce in una classificazione generazionale (solo 2 su 10 conoscono il significato di Gen Y e Z).
Per quanto concerne il rapporto con la Cultura, l’indagine ha individuato 4 gruppi:
“Custodi” (Millennials fra i 25 e i 32 anni di genere femminile) per i quali la Cultura è vissuta come un sistema di saperi codificati ereditati e trasmessi dalle generazioni precedenti e, pertanto, di stampo conservativo-tradizionalista;
“Artefici” (giovanissimi fra i 15 e 17 anni di genere maschile) caratterizzati da una visione della Cultura come esplorazione di proposte e soluzioni originali e personalizzate, in discontinuità – ma non in conflitto – con i modelli trasmessi dai genitori e dalle agenzie istituzionali;
“Cercatori” (in prevalenza di genere femminile, ubicati nel Mezzogiorno) in bilico tra frustrazione per la complessità della propria condizione di vita e desiderio di stabilità, vivono la Cultura come risorsa per la propria affermazione sociale e potenziale leva di crescita;
“Funamboli” (cluster più istruito, ubicato nel Nord Ovest e dedito al lavoro) che percepiscono la Cultura come complesso di conoscenze aperto e dinamico, in costante equilibrio fra tutela della tradizione e sperimentazione innovativa.
Per la maggioranza dei giovani la fruizione culturale (frequentare cinema, teatri, musei, assistere a concerti, dedicarsi alla lettura etc.) appare gratificante per la metà del campione, ma anche desiderabile sia per l’arricchimento della propria personalità che per incrementare la social reputation e crescere professionalmente.
Tuttavia l’appeal esercitato sui giovani dalle offerte culturali dei territori appare decisamente limitato: 4 su 10 dichiarano di apprezzare l’offerta della propria città e la metà non ne fruisce appieno sia per scarsa conoscenza che per disinteresse.
Ruolo chiave della loro formazione culturale è attribuita alla scuola e università per il 70%, ai media e internet per il 50%, alla famiglia per il 48% e alle istituzioni per il 44%.
Oltre 6 intervistati su 10 prediligono web e social network seguiti dal passaparola (33%), in linea con l’attuale pratica dello sharing.
Rispetto alle offerte culturali film e web series sono in cima alla lista. La fruizione mediale passa, in prevalenza, dalle piattaforme di streaming online (Spotify e Youtube per la musica e Netflix per film e serie), mentre la televisione occupa un ruolo marginale e andare al cinema non risulta particolarmente interessante, anche per i costi ritenuti troppo elevati.
Sul fronte delle produzioni creative, coloro che le praticano variano da 1/3 a 1/7 e sono soprattutto i giovani della Gen Z, impegnati in ambiti quali fotografia, produzione audiovisiva e danza.
Il costo rappresenta la barriera maggiore (39%), seguito dalla mancanza di luoghi /strumenti idonei alla pratica creativa (36%), dalla assenza di persone con cui condividere e co-produrre (33%) e, infine, dalla mancanza di supporto informativo per lo svolgimento delle attività creative (26%).
Il web, specie per i più giovani, rappresenta la fonte di ispirazione e supporto privilegiata per ogni attività culturale.
Lo strumento privilegiato per la condivisione dei propri prodotti creativi è Instagram, seguito da Facebook e WhatsApp. Il tag è visto come forma di produzione creativa, a metà fra scrittura e disegno.
Ecco le proposte di Civita
AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA CULTURALE
Incrementare a livello locale l’offerta di prodotti e attività culturali personalizzati sulle esigenze dei segmenti di (non)pubblico in cerca di motivazione, integrando maggiormente la dimensione dell’intrattenimento con quella culturale.
CREAZIONE DI CONTESTI IDONEI E STUMENTI AD HOC
Predisporre idonei contesti per la fruizione culturale e la sperimentazione creativa, facendo uso di strumenti calibrati sugli interessi di questi giovani “iperconnessi”, affinché la Cultura venga percepita come un’opzione rilevante fra le alternative nell’impiego del proprio tempo libero (favorendo, ad esempio, anche la dimensione ludico-esperienziale).
FACILITARE L’ACCESSO ALLA CULTURA
Adottare misure per abbattere, o rendere meno vincolante, la barriera economica all’accesso (gratuità selettive e forme di membership che favoriscano la fidelizzazione), senza trascurare altre dimensioni di accessibilità (raggiungibilità con mezzi pubblici; orari di apertura ampliati; infrastrutturazione digitale dei luoghi culturali; presenza di servizi ricreativi, ecc.). Ancora più della mancanza di interesse o tempo libero, il fattore economico costituisce la prima barriera sia al consumo culturale che alla produzione creativa dei giovani.
FAVORIRE TUTORIAL E SUPPORTI FINANZIARI A FAVORE DI INIZIATIVE CULTURALI E CREATIVE
Incentivare mediante tutorship e supporti finanziari le iniziative creative e culturali ideate e proposte dai giovani stessi.