TERNI – Le ultime fasi del restauro delle mura di Amelia, gioiello dell’Umbria, sollevano forti dubbi e critiche da parte di Italia Nostra. L’associazione per la tutela del patrimonio culturale italiano denuncia, infatti, un tradimento delle tecniche costruttive originali e un’alterazione dell’autenticità storica delle mura poligonali.
Le critiche al restauro
Al centro della polemica, l’utilizzo di giunti in stuccatura tra i conci di pietra. “Il restauro di un crollo – spiega Michele Campisi, Segretario generale dell’associazione – dovrebbe basarsi sul ripristino fedele di quanto esisteva prima del cedimento. Non si tratta di storicizzare un evento accidentale, ma di preservare l’autenticità dell’opera e delle sue espressioni costruttive. L’inserimento di giunti in stuccatura, mai utilizzati nelle costruzioni poligonali originarie, altera radicalmente l’aspetto e la percezione delle mura. È come se si volesse nascondere la ferita del crollo con un artificio che stravolge l’identità stessa dell’opera” aggiunge Campisi.

Le perplessità già in fase di presentazione del progetto
Italia Nostra aveva già espresso le proprie perplessità all’avvio dei lavori e durante la presentazione del progetto nel 2022. L’associazione propone soluzioni alternative per mitigare l’impatto visivo delle stuccature, come l’inserimento di piccole pietre colorate, la martellatura della superficie dei conci o la ricostruzione a trompe-l’œil.
Oltre alle critiche sulle modalità di restauro, Italia Nostra chiede che i conci non riposizionati vengano lasciati in situ, come testimonianza storica da musealizzare.
Le mura poligonali di Amelia, risalenti al V secolo a.C., rappresentano un capitolo importante dell’archeologia italiana. La loro tutela e il rispetto delle tecniche costruttive originali sono fondamentali per preservare questo prezioso patrimonio per le generazioni future.

Le richieste di Italia Nostra
- Eliminazione o riduzione delle stuccature tra i conci
- Inserimento di piccole pietre colorate nella stuccatura per migliorare la leggibilità dell’opera poligonale
- Martellare la superficie dei conci per renderla più porosa
- Ricostruzione dei conci a trompe-l’œil
- Musealizzazione dei conci non riposizionati.

La struttura poligonale
Le mura poligonali rappresentano una tecnica costruttiva diffusa in Italia tra il V secolo a.C. e il I d.C., frutto dell’esperienza e della tradizione piuttosto che di teorie scientifiche. Ancora oggi, numerosi esempi di queste mura sono visibili in diverse città italiane, soprattutto nei centri di origine ernica.