ROMA – Il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina, situato in piazza Duomo a Fara in Sabina, ha inaugurato un’esposizione temporanea che presenta al pubblico reperti di straordinaria importanza, provenienti da recenti scavi effettuati nei pressi della frazione di Passo Corese.
La scoperta, avvenuta durante un intervento di bonifica da ordigni bellici, ha portato alla luce una necropoli romana databile tra il I e il III secolo d.C., con ben 42 sepolture che offrono un affascinante spaccato della vita e delle pratiche funerarie di una comunità vissuta qui oltre 1800 anni fa.
La necropoli romana di Passo Corese
Tra i reperti esposti, spiccano in particolare le unità sepolcrali T36 e T38, che forniscono nuove e preziose informazioni sulle tradizioni funerarie e la struttura sociale del tempo. Considerata una delle scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni nella regione, questa necropoli rappresenta un importante tassello nella comprensione della storia del territorio sabino.
Il convegno
A dare il via all’esposizione, il convegno tenutosi il 6 settembre presso la Sala Civica Santa Chiara di Fara in Sabina che ha visto la partecipazione di diverse figure di spicco del panorama archeologico, tra cui il sindaco Roberta Cuneo e il soprintendente Alessandro Betori. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di condividere la storia del territorio, un patrimonio che trascende i confini del comune stesso: “Ringraziamo gli studiosi e la Soprintendenza, che ci hanno permesso di scoprire un altro tassello del nostro passato riguardante una comunità che ha vissuto sul nostro territorio”.
Il convegno, moderato da Alessandra Petra, direttrice del Museo, ha visto interventi di archeologi e studiosi che hanno analizzato i reperti e la vita quotidiana delle persone sepolte. Gli studiosi hanno approfondito vari aspetti, dalla salute dei defunti alle pratiche rituali, fornendo un quadro completo della vita nella Sabina durante l’epoca romana.
Un’analisi dettagliata dei reperti
Uno degli interventi più notevoli è stato quello della dott.ssa Tiziana Orsini, Istituto di Biochimica e Biologia cellule CNR di Monterotondo, Roma, che ha presentato i risultati degli studi antropologici che hanno appurato le condizioni di salute delle persone identificate nei due scheletri.
“Le condizioni complessive di salute erano buone, nonostante non appartenessero a classi particolarmente agiate,” ha spiegato. Inoltre, sono emersi dettagli significativi riguardo a fattori di stress occupazionale e scarsa igiene orale, che restituiscono un’immagine vivida delle sfide quotidiane affrontate da queste comunità.
Il Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina,
Il museo, inaugurato nel 2001 all’interno del rinascimentale Palazzo Brancaleoni, rappresenta un punto di riferimento per la conoscenza della civiltà sabina, con reperti provenienti dai due centri più importanti della regione: Cures ed Eretum. La struttura ha visto un aumento costante delle collezioni che ha reso necessario nel corso del tempo l’allestimento di nuove sale: la sala della Scrittura, interamente dedicata al cippo inscritto ritrovato nel greto del Fiume Farfa, e la sala dedicata alla Tomba XXXVI di Colle del Forno.
Per informazioni e prenotazioni contattare l’Ufficio Turistico Comunale in piazza Duomo, 2: 0765/277321 (gio. ven. sab. dome e festivi), 380/2838920 (WhatsApp), visitafarainsabina@gmail.com