ROMA – Il 10 settembre sono stati annunciati a Roma dalla Japan Art Association, la più antica istituzione culturale del Giappone, i vincitori del Praemium Imperiale 2024, il Nobel delle arti, assegnato in 5 discipline: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/ cinema.
Per la prima volta, tre donne sono vincitrici del prestigioso riconoscimento. Si tratta della fotografa francese Sophie Calle per la pittura, della scultrice colombiana Doris Salcedo e della pianista Maria João Pires (Portogallo/Svizzera) per la musica. Gli altri due vincitori sono Shigeru Ban (Giappone) per l’architettura, e Ang Lee (Taiwan) per il teatro/cinema.
Ognuno di loro riceverà 15 milioni di yen (circa 90.000 euro), un diploma e una medaglia, che saranno consegnati dal Patrono onorario della Japan Art Association, il Principe Hitachi, in una cerimonia che si svolgerà a Tokyo il prossimo 19 novembre.
Durante la conferenza stampa, presieduta dall’ex-primo ministro italiano Lamberto Dini, Giulio Paolini, vincitore del Praemium Imperiale per la pittura nel 2022, ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza della presenza di tre donne tra i premiati. Paolini si è, infatti, detto convinto che il genere femminile “meriti una riscossa, vista anche la sua prevalenza nella scala della spiritualità e intellettualità che, da sempre, riesce a dimostrare”.
35 anni di Praemium Imperiale
Istituito per celebrare il centenario della Japan Art Association, dal 1989 il Praemium Imperiale è stato conferito a ben 175 artisti internazionali, tra cui diversi italiani: Claudio Abbado, Gae Aulenti, Luciano Berio, Cecco Bonanotte, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Riccardo Muti, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Renzo Piano, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Pollini, Arnaldo Pomodoro, Giuliano Vangi.
Lamberto Dini è tra i Consiglieri internazionali del Praemium Imperiale, insieme a Klaus-Dieter Lehmann (ex- presidente del Goethe-Institut), Christopher Patten (cancelliere dell’Università di Oxford), Jean-Pierre Raffarin (ex-primo ministro francese) e Hillary Rodham Clinton (ex-segretario di Stato degli Stati Uniti d’America). Ciascuno soprintende un Comitato proponente le candidature per i riconoscimenti annuali, mentre la decisione finale spetta alla Japan Art Association che premia l’originalità e il ruolo degli artisti nell’ambito della società civile.
I vincitori del Praemium Imperiale 2024
Sophie Calle
Artista concettuale francese, Sophie Calle concentra la sua ricerca attorno all’esplorazione delle vite degli altri, ma anche della propria, attraverso fotografie e testi. Lavori come Les Dormeurs (“Gli addormentati”, 1979), in cui immortala sconosciuti invitati a dormire nella sua casa, o come Douleur Exquise (“Dolore squisito”, 1999-2000), che documenta il dolore provato da un cuore spezzato, combinano voyeurismo e introspezione. Si tratta di opere che raccontano la vulnerabilità umana, nelle quali Calle incoraggia il pubblico a interpretare liberamente il significato delle sue creazioni, trasformandolo in complice e collaboratore.
Doris Salcedo
Scultrice colombiana, Doris Salcedo utilizza materiali della quotidianità come mobili in legno, abiti, petali di fiori per affrontare temi quali la violenza, il dolore e il ricordo, dando vita a opere inquietanti, cariche di dolore e di forza al tempo stesso. Lavori, come Shibboleth del 2007, che affronta il tema della schiavitù e del razzismo, o Fragmentos del 2018, che commemora la fine della guerra civile in Colombia, intendono testimoniare la sofferenza umana, sollecitando nell’osservatore una riflessione critica.
A proposito di Fragmentos, in cui l’artista ha coinvolto 20 donne vittime di violenze sessuali nel contesto della guerra civile, che hanno martellato il metallo fuso di 37 tonnellate di armi fino a ottenere piastrelle per comporre il pavimento di uno spazio dedicato all’arte e alla memoria, Salcedo ha affermato: “È forse l’unica opera che ha davvero attivato un cambiamento della realtà“. Doris Salcedo è la prima artista colombiana a essere insignita del Praemium Imperiale.
Shigeru Ban
Architetto giapponese, noto per l’uso innovativo di materiali come cartone riciclato e strutture in legno, Ban progetta edifici che combinano la bellezza monumentale alla funzione sociale. Ha fondato il Voluntary Architects’ Network per fornire rifugi in zone colpite da disastri naturali e conflitti. “Progetto case ed edifici pubblici, ma offrire soccorso in caso di disastri è il lavoro della mia vita” – ha affermato Ban, convinto che l’architettura debba creare qualcosa di positivo per la società.
Maria João Pires
Pianista di fama mondiale, nata a Lisbona, Pires ha iniziato la sua carriera musicale a soli tre anni, esibendosi per la prima volta all’età di quattro. Pirese è convinta dell’influenza che l’arte può esercitare sulla vita, sulla comunità e sulla formazione, in una dinamica altruistica. Motivo per il quale ha creato il Belgais Centre for the Study of the Arts in Portogallo, ha promosso progetti per bambini provenienti da contesti svantaggiati, sempre in un’ottica di rispetto reciproco, per tutte le culture, per l’ambiente, la natura e la vita.
Ang Lee
Regista taiwanese, celebre per la sua capacità di unire intrattenimento e profondità artistica, Ang Lee ha sempre lavorato a generi e temi molto differenti tra loro, dalla complessità dei rapporti familiari fino alle storie d’azione fantascientifiche, sfidando limiti e tabù. In film, come La tigre e il dragone, Vita di Pi, I segreti di Brokeback Mountain ha esplorato tematiche come l’amore, il conflitto e l’identità.
Ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui due Oscar per la miglior regia, un Leone d’Oro alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e due volte l’Orso d’oro al Festival del Cinema di Berlino. È il primo artista taiwanese a ricevere il Praemium Imperiale e tal proposito ha commentato: “È davvero un grande onore, che accetto di cuore. Sono molto orgoglioso che Taiwan riceva un riconoscimento simile“.
Come evidenziato da Lamberto Dini, in questa edizione del Praemium Imperiale emerge un tratto comune a tutti e cinque gli artisti vincitori: una particolare sensibilità e percezione delle vicissitudini umane.
Tuttavia, il Maestro Paolini ha tenuto a precisare che l’arte “non attiene alla realtà“, ma rimane “esistenza intellettuale“, aggiungendo che la risposta fornita dall’arte “contiene sempre qualcosa di segreto e non descrivibile“.
La borsa di studio per giovani artisti
Oltre ai premi principali, la Japan Art Association assegna annualmente anche una Borsa di Studio per Giovani Artisti. Per il 2024, il riconoscimento è stato attribuito al Komunitas Salihara Arts Center in Indonesia, un centro artistico interdisciplinare inaugurato nel 2008 a Jakarta. Il centro, che organizza una vasta gamma di eventi e festival, incoraggiando la creatività e il dialogo culturale, riceverà un contributo di 5 milioni di yen (circa 30.000 euro).