È il primo risultato della convenzione quadriennale stipulata nel 2022 tra Wikimedia Italia, Museo Egizio e Creative Commons Italia, che prevede una collaborazione per rendere disponibili on line le riproduzioni fotografiche e i contenuti delle collezioni dell’Egizio
TORINO – Su un patrimonio di 40.000 reperti conservati al Museo Egizio di Torino, circa 2.300 sono stati digitalizzati e resi accessibili su Wikimedia. È il risultato di un accordo quadriennale tra Wikimedia Italia, Museo Egizio e Creative Commons Italia, che prevede la possibilità di rendere disponibili on line le riproduzioni fotografiche e i contenuti delle collezioni del Museo Egizio, adottando gli strumenti e le licenze Creative Commons.
Wikimedia Italia sta quindi caricando le immagini provenienti dal sito del Museo su Wikimedia Commons, la più grande banca dati al mondo, che già ospita oltre 90 milioni di immagini liberamente utilizzabili, e Wikidata, il database collaborativo che favorisce la ricerca di contenuti online.
“I Musei – afferma Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino – sono l’enciclopedia materiale delle generazioni che ci hanno preceduto. Come sottolinea l’articolo 9 della nostra Costituzione, la Repubblica custodisce il patrimonio culturale e la ricerca tecnico-scientifica. Le nostre collezioni, quindi, appartengono alla res pubblica e rappresentano un pezzo di memoria collettiva che le generazioni precedenti ci hanno lasciato in eredità. Dunque, per far vivere la collezione, per far in modo che lo studio si sviluppi e che si sviluppi l’industria culturale e creativa, c’è necessità assoluta che tutte le collezioni siano accessibili a tutti e in ogni luogo”.
“L’apertura del Museo Egizio – spiega Iolanda Pensa, presidente di Wikimedia Italia – è un importante esempio di come le istituzioni hanno l’opportunità di aprirsi al pubblico, essere accessibili e inclusive e potenziare la propria funzione al servizio della società, in collaborazione con Wikipedia, i progetti Wikimedia e usando strumenti e licenze libere Creative Commons”.
Un Museo all’avanguardia
L’Egizio di Torino è tra i Musei all’avanguardia in Italia, per quanto concerne la digitalizzazione e il tema dell’Open Access. Già prima della pandemia aveva, infatti, lanciato il Turin Papyrus Online Platform (Tpop), vincitore del Premio del Patrimonio/ Premio Europa Nostra 2020 nella categoria “Ricerca”.
Il Turin Papyrus contiene fotografie ad alta risoluzione, descrizioni in inglese e talvolta traslitterazioni e trascrizioni geroglifiche di una parte dei 700 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 17.000 frammenti di papiro, che documentano più di 3.000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue, conservati nella papiroteca del Museo. Un work in progress volto a rendere accessibile la Collezione papiri dell’Egizio, che è esposta in minima parte.
Sul sito collezioni.museoegizio.it è inoltre già consultabile una selezione di quasi 3000 dei 4000 oggetti della collezione museale. Le immagini sono scaricabili e riutilizzabili liberamente sotto licenza Creative Commons CC BY 2.0.
Nell’ambito di questa strategia volta a digitalizzare e a portare sui pc di appassionati e studiosi i reperti dell’antico Egitto, si inserisce dunque la collaborazione con Wikimedia e Creative Commons.
Un modello che può fare da apripista
Quello del Museo Egizio, è un modello che può fare da apripista per tutte le istituzioni che intendono condividere il proprio patrimonio culturale con la collettività.
La collaborazione tra Wikimedia Italia e il Museo Egizio può essere d’esempio per molti altri Musei italiani più cauti rispetto al tema dell’open access.
Per facilitarli, Wikimedia Italia ha lanciato “Tutti i Musei su Wikipedia”, promosso in collaborazione con ICOM Italia, Creative Commons Italia, il Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’Università di Torino, con il co-finanziamento di Wikimedia Foundation.
L’iniziativa ha l’obiettivo di invitare tutte le oltre 3.000 istituzioni culturali italiane a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, accompagnandole nell’elaborazione di una Open Access Policy e nella pubblicazione di una selezione di immagini e documenti con strumenti e licenze libere.