Un doppio intervento tra via della Conciliazione e Santo Spirito in Sassia per il progetto Conciliazione 5 a cura di Cristiana Perrella
ROMA – La partecipazione di Adrian Paci con No Man is an Island al secondo appuntamento di Conciliazione 5, il progetto curato da Cristiana Perrella per il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede in occasione del Giubileo 2025, introduce uno scarto critico in una cornice istituzionale fortemente codificata. Le due opere presentate – la storica Home to Go (2001) e la recente The Bell Tolls Upon the Waves (2024) – affrontano il tema della migrazione attraverso immagini ambigue e cariche di tensione simbolica.
Una figura in cammino: gesto e tensione
L’intervento nello spazio di via della Conciliazione propone una presenza essenziale e fortemente evocativa: il corpo nudo dell’artista, che porta sulle spalle un tetto rovesciato, si inserisce lungo l’asse processionale verso la Porta Santa, richiamando la postura tipica della Passione.
Il riferimento al linguaggio sacro non si esaurisce nella citazione, ma innesca un’interferenza tra simbolo e biografia. L’opera mette in relazione l’immaginario della via crucis con le rotte dell’esilio contemporaneo, sostenute da identità mobili e spesso frammentarie. La figura appare sospesa: da un lato rimanda alla sacralità dell’immagine cristologica, dall’altro si radica nella cronaca di uno spostamento forzato, dove la materia scultorea assume una funzione narrativa e politica.

Courtesy l’artista, kaufmann repetto, Milano/New York, e Peter Kilchmann gallery, Zurigo e Parigi
Suono, mare, discontinuità
Il secondo intervento, ospitato nelle Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, si sviluppa attraverso un video che documenta l’installazione di una campana su una piattaforma galleggiante al largo di Termoli. The Bell Tolls Upon the Waves prende spunto da un episodio del XVI secolo e costruisce una riflessione sul rapporto tra perdita e ritorno, tra segnale e deriva. I rintocchi, generati dal movimento delle onde, attivano un paesaggio acustico variabile, in cui la continuità del suono si alterna a vuoti percettivi.
Il lavoro adotta una temporalità espansa, favorendo un ascolto discontinuo, guidato dalle condizioni naturali. Il mare agisce come vettore sensibile, capace di modulare ritmo e intensità. In questo paesaggio instabile, i colpi della campana scandiscono una memoria intermittente, fatta di emersioni parziali, come frammenti sonori dispersi nello spazio.
Una ricerca che attraversa luoghi e linguaggi
L’accostamento tra un’opera degli inizi e una produzione recente disegna una linea di lavoro coerente: Paci esplora le frizioni tra esperienza soggettiva e costruzione storica, elaborando immagini che si radicano nei luoghi in cui vengono esposte, senza mai appiattirsi su una sola interpretazione.
Il titolo della mostra, tratto da John Donne, rimette al centro la questione della responsabilità relazionale. L’opera diventa occasione per spostare lo sguardo e ripensare le categorie di confine, appartenenza, permanenza.
Vademecum
ADRIAN PACI. NO MAN IS AN ISLAND
a cura di Cristiana Perrella
11 giugno – 21 settembre 2025
Conciliazione 5 – Via della Conciliazione 5, Roma
Instagram @conciliazione5
Corsie Sistine del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia