Una collaborazione pluriennale per sostenere pratiche artistiche impegnate, attraverso borse di studio, progetti curatorali e una visione condivisa di responsabilità culturale
Un marchio tessile, una fondazione artistica e la fiera più influente al mondo nel campo dell’arte contemporanea: la nuova alleanza tra ZEGNA, Art Basel e Cittadellarte nasce da un’eredità che affonda le radici nella storia del Novecento italiano e oggi si rinnova in dialogo con i principali circuiti dell’arte contemporanea.
Da Trivero a Basilea il passo è lungo, eppure coerente. Il legame tra la maison ZEGNA e la produzione artistica non è un vezzo del contemporaneo né una recente operazione di brand positioning. Fin dagli anni Venti, quando Ermenegildo Zegna avviò un dialogo diretto con artisti come Ettore Pistoletto Olivero e Otto Maraini per dare forma al paesaggio urbano e industriale delle Alpi biellesi, l’arte è stata parte integrante di un’idea di impresa fondata sulla responsabilità. Opere pubbliche, scale monumentali, fregi e ritratti trasformavano il lanificio in un ambiente in cui produzione e cultura condividevano lo stesso orizzonte.
Questo stesso approccio—discreto, selettivo —è alla base della partnership pluriennale annunciata con Art Basel. Una collaborazione che porterà il marchio italiano a tutte le fiere del circuito (Basilea, Miami Beach, Parigi e Hong Kong), dove saranno presentate installazioni, progetti speciali e iniziative legate al programma Visible, ideato da Fondazione ZEGNA e Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.
Una storia silenziosa che prende parola
La collaborazione nasce come estensione di un impegno concreto verso pratiche artistiche capaci di intervenire nei contesti reali. Il progetto Visible si fonda su un modello di borsa di studio rivolto ad artisti e collettivi che affrontano con il loro lavoro questioni ambientali, culturali e sociali.
A giugno 2025, in occasione della fiera di Basilea, saranno annunciati i nuovi beneficiari. La serata sarà anche un tributo a Michelangelo Pistoletto, recentemente candidato al Premio Nobel per la Pace, e al rapporto generazionale che lega la sua vicenda personale all’eredità di Ermenegildo Zegna. Un legame che continua a interrogare il ruolo dell’arte nel quotidiano, ben oltre i luoghi convenzionali dell’esposizione.

Un’alleanza fondata sulla selettività
L’arte nei progetti di ZEGNA non assume un ruolo ornamentale né strumentale. Le opere presenti nella sede milanese, come Woollen – La Mela Reintegrata di Michelangelo Pistoletto, o le installazioni di William Kentridge ed Ettore Spalletti nei flagship store internazionali, costituiscono una raccolta viva, un gesto di continuità, una scelta consapevole di abitare lo spazio attraverso significati condivisi.
In questo quadro, l’ingresso di Vincenzo de Bellis (Director Fairs ed Exhibition Platforms di Art Basel) nello Steering Committee di Visible rafforza la struttura curatoriale del progetto e apre una connessione concreta con i circuiti internazionali più autorevoli. Si consolida così un approccio che predilige il sostegno ai processi creativi rispetto all’accumulazione di opere.
Cultura d’impresa come pratica generativa
La collaborazione tra ZEGNA e Art Basel è forse il capitolo più esplicito di un racconto che finora aveva scelto di restare sottotraccia. Una cultura aziendale che ha preferito sedimentarsi nel paesaggio, nelle scelte architettoniche, nella cura dei dettagli e nella sostenibilità come pratica quotidiana.
Con Visible, questa visione diventa piattaforma, si apre al confronto, produce occasioni per nuove narrazioni. Il linguaggio resta quello dell’arte, ma a cambiare è il contesto: non più solo Trivero o l’Oasi Zegna, ma una rete internazionale in cui la qualità estetica si intreccia con la responsabilità culturale.