ORISTANO – Un moderno robot acquatico dalle fattezze molto simili a quelle di un mini-catamarano sta, da qualche giorno, scandagliando i fondali in prossimità di Oristano. Il piccolo robot, pilotato da riva, è in grado di acquisire immagini con il meccanismo delle onde sonore. La ricerca in atto è frutto di una collaborazione tra l’Ismar Cnr di Bologna, il Consorzio Pro ambiente, l’Iamc di Torre Grande, l’Università di Cagliari, la Sovrintendenza della Sardegna e il Comune di Santa Giusta. Non è un caso che le ricerche acquatiche siano concentrate in questa zona, infatti già qualche anno fa erano state effettuate in queste acque una serie di scoperte archeologiche di notevole importanza, riconducibili all’antica città fenicia di Othoca. Era stato rinvenuto in particolare un imponente giacimento di anfore risalenti a un periodo compreso tra il settimo e il secondo secolo avanti Cristo. Il piccolo robot acquatico, dotato di una strumentazione molto sofisticata, trasmette in diretta tutte le immagini acquisite. I dati immagazzinati vengono utilizzati per disegnare mappe per studiare l’evoluzione di questi luoghi. Per cui il robot non servirà solo ad individuare altri resti archeologici ma anche a ricostruire attraverso le immagini acquisite l’eventuale antico porto di Othoca. Intanto in questi giorni le operazioni di scandagliamento hanno consentito di recuperare alcune grandi anfore.
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