Il progetto di riqualificazione, la valorizzazione degli scavi archeologici e una mostra permanente
NAPOLI – Sono stati inaugurati i nuovi spazi destinati al bookshop del Palazzo Reale di Napoli, situati nella parte terminale del percorso di visita. Con una superficie di oltre 280 mq e una saletta al piano superiore, l’area accoglierà la vendita di cataloghi, libri e merchandising dedicati al Palazzo Reale. Inoltre, la struttura si propone come un punto di incontro per eventi letterari e didattici.
I lavori di recupero architettonico e impiantistico, avviati nel settembre 2023 e conclusi di recente, hanno trasformato un ambiente precedentemente buio e cupo in uno spazio luminoso grazie alla pavimentazione in marmo bianco Calacatta Caldia e fasce in marmo azzurrato Bardiglio Imperiale, arricchita da scaffalature in legno bianco. L’architetto Paola Ricciardi, dirigente delegata dal Direttore generale dei Musei Massimo Osanna, ha sottolineato come le scelte cromatiche si armonizzino con lo Scalone d’Onore e la pavimentazione dell’Ambulacro e del Giardino Pensile.
Archeologia e nuova fruizione
Uno degli aspetti più significativi dell’intervento è rappresentato dalla valorizzazione degli scavi archeologici, che hanno portato alla luce un pozzo e alcuni camminamenti risalenti al XV e XVI secolo. Tra i reperti rinvenuti, circa 5000 frammenti testimoniano la vita quotidiana a Napoli in epoca vicereale. Un percorso sospeso, realizzato con passerelle in acciaio e vetro, consente ai visitatori di osservare queste tracce del passato, creando un suggestivo dialogo visivo con la storia del Palazzo.
La responsabile del progetto, Almerinda Padricelli, ha evidenziato come l’intervento non si sia limitato al recupero degli spazi ma abbia anche ampliato il piano calpestabile. In particolare, la riapertura di una finta porta, murata da anni, ha permesso di collegare il Cortile d’Onore con un nuovo attraversamento che offre una prospettiva inedita: lo sguardo attraversa il Cortile d’Onore, il Giardino Romantico e si spinge verso il Maschio Angioino.
Il contesto storico e culturale
Iniziati nel 1999 e condotti durante un programma di riqualificazione del Palazzo Reale, gli scavi portarono alla luce una stratigrafia complessa, che racconta secoli di storia. Le murature e le pavimentazioni a spina di pesce del XVI secolo documentano la riorganizzazione dell’area voluta dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo. Il pozzo, originariamente parte di un sistema idrico, utilizzato come discarica durante la costruzione del Palazzo nel 1600, fornisce una preziosa testimonianza della vita quotidiana nell’epoca vicereale.
La mostra permanente: Le ceramiche dei Viceré
A completare il progetto, una mostra permanente – Le ceramiche dei Viceré. I reperti provenienti dal pozzo di Palazzo Vecchio – accoglie i visitatori in uno spazio ottocentesco che un tempo dava accesso agli uffici della Tesoreria della Real Casa. Curata dall’architetto Stefano Gei e dall’archeologa Milena Morreale, l’esposizione presenta 17 reperti selezionati tra i ritrovamenti degli scavi, tra cui ciotole, brocche, piatti e mattonelle che narrano le abitudini alimentari e culturali dell’epoca vicereale.
Di particolare interesse è una coppetta in porcellana cinese della dinastia Ming, decorata in smalto blu cobalto, proveniente dalla Cina meridionale e datata alla fine del XVI secolo. Accanto a essa, una ciotola in ceramica lustrata di produzione spagnola e frammenti di mattonelle maiolicate testimoniano gli intensi scambi commerciali dell’epoca.
L’allestimento contemporaneo, ispirato al tema neoclassico dell’esedra,”intende stabilire una nuova visuale prospettica dal Cortile d’Onore, riproponendo l’idea originaria dell’architetto Domenico Fontana del collegamento visivo con un secondo cortile, rimasto incompiuto e poi soppresso per la costruzione dello scalone, di cui possiamo ancora ammirare tracce in piperno nel locale della mostra” – specifica l’architetto Stefano Gei.
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