GENOVA – Un viaggio attraverso la memoria familiare, ricreata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale: è questo ciò che propone la mostra Argo dell’artista romano Paolo Bufalini, inaugurata sabato 9 novembre a Palazzo Ducale di Genova, curata da Sineglossa e sostenuta dalla SIAE e dal Ministero della Cultura, nell’ambito del programma Per Chi Crea, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino.
Memoria, tecnologia e ambiguità visiva
Bufalini parte da un’idea di archivio intimo: gli album di famiglia. Attraverso la digitalizzazione di immagini dagli anni Cinquanta ai Duemila, l’artista ha creato dei dataset che riprendono momenti quotidiani, trasformandoli in materia viva per un’elaborazione tecnologica.
Utilizzando modelli generativi di intelligenza artificiale, questi dati assumono una nuova forma, dando vita a una realtà aumentata in cui si intrecciano ricordo e invenzione.
Le figure familiari vengono “ri-create” in uno spazio sospeso tra realtà e sogno, mentre le immagini proposte sono al contempo riconoscibili e completamente nuove. L’ambiguità del sonno, in cui il soggetto oscilla tra presenza e assenza, rispecchia l’indeterminatezza intrinseca dell’immagine, evocando un’atmosfera onirica che permea l’intera opera.
Il titolo Argo rimanda a un viaggio nel tempo, ma anche in un inconscio fatto di dati e immagini digitali, che rimodellano la percezione della memoria. Bufalini si muove nel cosiddetto latent space – lo “spazio latente” dell’intelligenza artificiale e opera una riappropriazione poetica dello strumento tecnologico, sottoponendo quegli stessi materiali all’imprevedibilità associativa delle correlazioni statistiche. Grazie a questo processo, l’artista ridefinisce il concetto di archivio, non come custode di un passato rigido, ma come portale di accesso a infinite reinterpretazioni.
Un’opera scultorea per dare forma alla memoria effimera
Accanto alle opere digitali, Bufalini propone un’installazione scultorea che simboleggia il rapporto tra passato e trasformazione. Alcune ampolle contenenti una soluzione acida racchiudono gioielli d’oro, di seconda mano, in dissoluzione. La scelta di un materiale prezioso, che si dissolve per poi eventualmente rigenerarsi, suggerisce una riflessione profonda sul concetto di memoria come presenza effimera e rigenerabile. Quest’opera fisica rende tangibile l’idea di una memoria mai definitiva, sempre pronta a sciogliersi e a mutare.
La mostra a Bologna: espansione e nuovi dialoghi
Dopo Genova, Argo sarà ospitata presso la Fondazione Home Movies di Bologna dal 12 al 15 dicembre, all’interno del programma The Next Real | Art, AI & Artificial Intelligence. Inserita in una rassegna che esplora il rapporto tra arte e intelligenza artificiale, la mostra permetterà di approfondire ulteriormente il dialogo tra passato, presente e futuro della memoria visiva.
Vademecum
Paolo Bufalini
ARGO
9 novembre – 5 dicembre
Piazza Giacomo Matteotti 9, Genova