ROMA – Rita Paris “custodisce” l’Appia Antica, di cui conosce ogni singola pietra, dal lontano 1996. Oggi è Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, da poco istituito dalla Legge Franceschini. La neodirettrice, nominata a febbraio con bando internazionale, si dice pronta al rilancio del Parco, ma solleva anche una serie di problematiche non da poco e lancia un accorato appello al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Al momento infatti, stigmatizza Paris, mancano fondi e personale per la gestione del Parco. “Il decreto prevede 132 addetti tra custodi, archeologi, architetti, amministrativi, attualmente siamo meno di venti”, fa sapere Paris.
“Io sono pronta, voglio lavorare e raggiungere in fretta gli obiettivi, ma così la struttura non decolla, non posso fare nemmeno il bilancio, spero che il ministro ci aiuti”, sottolinea ancora la direttrice che ricorda che il il budget attualmente assegnato, è del tutto insufficiente: circa 1,1 milioni di euro, contro una necessità ordinaria stimata di circa 3,5.
Eppure di risultati in questo lasso di tempo in cui l’Appia è stata sotto la sua custodia, sono stati ottenuti e sono tangibili. “In una situazione di notevole complessità, sono stati conseguiti obiettivi importanti, per la valorizzazione del patrimonio culturale (fino al 2000 nessun monumento era aperto al pubblico), e per la tutela, aspetti inscindibili per questo territorio, amministrato già come si trattasse di un “Parco Archeologico”.
Paris annuncia la volontà di aprire al pubblico gratuitamente l’accesso per Cecilia Metella, Quintili, S.Maria Nova (che attualmente è di 6 euro ma è legato alle Terme di Caracalla che non fa parte del Parco). Così come annuncia di voler restaurare “l’ultimo tratto romano della strada, da Via di Fioranello, inaccessibile e in condizioni di incredibile degrado”. “La volontà è che l’Appia si affermi sempre di più come bene pubblico” – sottolinea ancora la direttrice. Inoltre tra le priorità auspicate ci sono anche le acquisizioni di monumenti attualmente di proprietà privata come il Sepolcro degli Equinozi e il Sepolcro di Sant’Urbano.
Insomma com’è possibile dirigere e riscattare un Parco archeologico senza archeologi, senza amministrativi e senza budget?