TORINO – L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, su proposta del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, della Comunità Ebraica di Torino, del Goethe Institut Turin, e dell’Aned, Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti, sezione provinciale di Torino, ha conferito il titolo di Accademico d’Onore all’artista tedesco Gunter Demnig (Berlino, 1947) per il suo progetto “pietre di Inciampo”(Stolpersteine).
La cerimonia, che si è svolta mercoledì 12 gennaio 2022 presso il Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, è stata presieduta dal Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Paola Gribaudo, dal direttore Edoardo di Mauro e da Roberto Mastroianni, Presidente del Museo Diffuso della Resistenza di Torino e Professore di Metodologie e tecniche delle arti contemporanee all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. L’artista non ha potuto partecipare di persona alla cerimonia, a causa del peggioramento nella diffusione dei contagi da Covid-19, si è quindi collegato in modalità video.
Un progetto di arte pubblica che unisce memoria, impegno sociale e valore estetico
Le“pietre di Inciampo”(Stolpersteine) vengono ideate dall’artista Gunter Demnig nei primi anni ’90, con lo scopo di “segnare”, appunto con delle pietre, il tessuto urbano di diverse città europee, in ricordo dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazista. Con il tempo il progetto si è rivelato una grande e importante operazione di arte pubblica e relazionale in grado di unire memoria, impegno sociale e presa estetica.
Come spiega il Prof. Roberto Mastroianni “Gunter Demnig è uno dei più rilevanti e noti artisti contemporanei, che ha scelto di dedicare gli ultimi decenni della propria attività alla realizzazione di un monumento diffuso e partecipato, capace di tenere assieme valore estetico e impegno sociale e politico, all’insegna della produzione di un’opera d’arte dal valore archivistico, relazionale e memoriale, senza precedenti e senza pari”. “Questo progetto, lanciato nel 1992 a Colonia – sottolinea ancora Mastroianni – nasce per contrastare ogni forma di negazionismo, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, per qualsiasi motivo siano esse state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali, etc., etc.”
Gli Stolpersteine restituiscono un nome a chi ne fu privato
L’iniziativa consiste nell’incorporare nel selciato stradale delle città dei blocchi in pietra, delle dimensioni di un sanpietrino (10×10), ricoperti da una piastra di ottone, posta sulla faccia superiore, che ripota i nomi e le vicende delle vittime del nazifascismo. Le pietre vengono incastonate nella pavimentazione davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima con i seguenti dati: “Qui abitava…”, il nome della vittima, data e luogo di nascita e di morte/scomparsa.
Gli Stolpersteine restituiscono la storia personale e un nome a chi ne fu privato a causa dell’applicazione dell’ideologia nazifascista. Al tempo stesso, ricostruiscono la storia delle città da cui i deportati nei Lager nazisti furono costretti ad allontanarsi, in cui vennero arrestati o in cui risiedevano prima di scegliere la lotta partigiana. Ad oggi sono circa 90,000 mila le Pietre installate, in oltre 1800 città di 26 paesi d’Europa.
Per Torino e il Piemonte, le vittime sono i resistenti, gli ebrei, gli oppositori politici, i partecipanti alla “resistenza civile” e alle lotte nei luoghi di lavoro e studio.
L’espressione “inciampo” – spiega Mastroianni – “deve intendersi non in senso fisico-spaziale, ma visivo, mentale ed emozionale, utile a far fermare e riflettere chi vi passa vicino e vi si imbatte, anche casualmente. Il ricordo si contrappone dunque all’oblio, alla dimenticanza e alla negazione di ciò che è stato, attraverso la riproposizione dei nomi e delle storie individuali di quelle vittime della ‘banalità del male’, direbbe Hannah Arendt, che si è fatta barbarie e forma di ‘male assoluto’, lasciando dietro di sé un ‘senso di colpa metafisico’, direbbe Karl Jaspers, di cui non solo i tedeschi ma tutti gli europei non potranno mai liberarsi. La presenza degli Stolpersteine rimanda, quindi, a uno scandalo politico, morale, storico ed esistenziale che investe tutto il continente europeo e che ricade sulle spalle delle generazioni successive”.
Una onorificenza per l’instancabile impegno nella ricostruzione della memoria collettiva
E’ dunque per il valore sociale, memoriale, politico, artistico e culturale del progetto di Demnig, che il Museo diffuso della Resistenza ha deciso di proporre all’Accademia Albertina di Torino il conferimento all’artista del titolo di Accademico d’Onore.
L’immenso lavoro di arte pubblica, relazionale e sociale che l’artista ha svolto – come lui stesso ha spiegato – “è necessario per portare l’arte fuori dai luoghi tradizionali permettendo alle persone di entrare in diretta relazione con essa”.
Il conferimento del titolo diventa dunque un riconoscimento morale, scientifico ed estetico per il lavoro condotto, fino ad oggi, dall’artista e mostra al tempo stesso una forte sensibilità per la contemporaneità e per i temi sociali da parte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e del suo Presidente, Paola Gribaudo, e del Suo Direttore Edoardo Di Mauro.
“Il cammino dell’arte – ha evidenziato Edoardo Di Mauro Direttore Accademia Albertina di Belle Arti – deve tenere conto della memoria, solo in questo modo la dimensione del presente potrà arricchirsi di una consapevolezza necessaria per costruire ipotesi future. Questo è esattamente quanto Gunter Demnig si è proposto di fare con il progetto delle Pietre d’Inciampo (Stolpersteine). Compito di una istituzione come l’Accademia Albertina, oltre ad offrire agli studenti una formazione il più possibile ampia e qualificata, è quello di metterli a contatto con personalità esemplari, tramite workshop e laboratori, ma anche con altri strumenti”. “In un’epoca di globalizzazione – ha aggiunto – non solo economica e politica, ma anche culturale, l’arte, con la dimensione pubblica, riscopre la sua vocazione didattica e la sua finalità etica. Le Pietre d’Inciampo si manifestano come uno straordinario strumento di condivisione e partecipazione: sono sintoniche con l’intento di portare l’arte al di fuori dei contesti tradizionali di musei e gallerie per porla in relazione con i cittadini e gli spazi urbani, ed al tempo stesso non si impongono nel contesto pubblico, ma lo assecondano armonicamente in quanto studiate appositamente per il luogo in cui sono inserite, inglobate nel selciato.”
Mercoledì 12 gennaio 2022 sono state posate otto nuovi Stolpersteine, portando così il numero complessivo di pietre d’inciampo torinesi a 130. Il lavoro di segnatura del tessuto urbano dunque prosegue, riportando alla luce nomi e vissuti che altrimenti non sarebbero stati raccontati.