NAPOLI – Proprio a ridosso del Natale è stata riaperta, dopo 12 anni di chiusura, la celebre Casa dei dei Vettii a Pompei, alla presenza del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, del ministro dei per i Beni Culturali, Dario Franceschini, del governatore campano, Vincenzo De Luca, del soprintendente Massimo Osanna e del direttore generale del Grande Progetto Pompei, Luigi Curatoli.
In questo lungo periodo di chiusura la domus è stata sottoposta ad una serie di interventi consolidamento e di restauro che oggi permettono l’accesso ai diversi ambienti che costituiscono la bellezza e la particolarità di questa casa, una delle più ricche e famose del sito archeologico.
“Un posto meraviglioso” lo ha definito Gentiloni, aggiungendo “questa è un’atmosfera che ci fa essere ancora una volta orgogliosi e ci fa sentire il privilegio di essere italiani e di far parte di questa straordinaria eredità culturale. Pompei è il segnale di una realtà che cresce”.
Gli interventi realizzati consentono oggi l’accesso nell’atrio con i cubicola circostanti e il triclinio con affreschi mitologici. Inoltre è tornata nella sua originaria collocazione una delle due casseforti bronzee che simboleggiano l’opulenza della casa, restaurata dall’Istituto Superiore Centrale del restauro ed esposta al Mann.
Priapo è il simbolo della domus ed è raffigurato a destra della porta e in una statua marmorea, rappresentando la prosperità economica dei proprietari, ex schiavi liberti arricchitisi grazie al commercio. La Domus infatti di origini antiche, sicuramente prima del I secolo a.C., come testimoniato dai capitelli a forma di dado e dall’impluvium in tufo venne acquistata all’inizio del I secolo da una ricca famiglia di liberti, dediti al commercio, i Vettii appunto, di cui sono stati ritrovati due anelli, che fungevano anche da sigillo e diversi manifesti elettorali: fu in questo periodo, grazie alle ottime possibilità economiche della famiglia, che la struttura venne totalmente restaurata e arricchita di opere d’arte, per lo più in quarto stile.
Nel frattempo si è conclusa anche la messa in sicurezza della Regio VI, estesa su 8mila metri quadrati e composta da 17 insulae che ha consentito la riapertura di alcune domus prestigiose come la casa di Adone ferito. Restaurato anche il quadro con “Toletta dell’Ermafrodito”, realizzato grazie ai proventi del libro “I tre giorni di Pompei” di Alberto Angela.
Come sottolineato dal direttore generale del Grande Progetto Pompei: ”Pompei viene posta sempre di più al centro degli interessi turistici nazionali. La celerità e l’accuratezza dei nostri restauri non è sfuggita al grande pubblico che sta rispondendo in modo concreto e l’afflusso turistico al sito aumenta sempre di più. Quest’anno abbiamo superato i 3,2 milioni di visitatori: è un dato quasi doppio rispetto a quello dello scorso anno con 1,9 milioni di visitatori. E’ un sito unico al mondo, stiamo perseguendo a pieno gli obiettivi fissati dal piano di gestione Unesco”.