ROMA – Nell’ottica di sviluppare strategie di conservazione sempre più sostenibili, basate sull’uso e la valorizzazione anche delle risorse biologiche, l’Enea in collaborazione con El Colegio de Michoacán sta cercando di definire nuove metodologie che possano essere di aiuto alla conservazione e al restauro di opere d’arte, secondo un’antica tradizione preispanica del Messico.
In particolare, come illustrato durante un workshop tenutosi a Roma dal titolo “Dalla tradizione empirica all’innovazione tecnologica”, aggiungendo alla malta un’estratto del fico d’India, ricavato appunto dall’Opuntia ficus indica (Nopal), è possibile ottenere una buona conservazione di antichi dipinti murali e di altri beni artistici.
“L’estratto del Nopal permette di migliorare proprietà come plasticità e tempo di indurimento della pasta, maneggevolezza e resistenza della stessa, nonché impermeabilizzazione e fissaggio, date le caratteristiche adesive e coesive nella pittura murale”, ha spiegato la ricercatrice Enea Franca Persia.
Allo scopo di definire una metodologia scientifica per la valutazione delle proprietà consolidanti e antimicrobiche dell’estratto di Nopal, finora note e tramandate per conoscenza empirica, é in corso un progetto italo-messicano, sostenuto dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Le attività del progetto bilaterale rappresentano un’occasione di confronto per cercare di sviluppare metodologie innovative utilizzando prodotti rispettosi delle sicurezza e della salute dei restauratori e delle opere d’arte, a basso costo, privi di tossicità e con minimo impatto ambientale.