ROMA – Il “luogo primitivo dell’anima”, così il celebre etnologo Fosco Maraini definiva il territorio dell’antica Tusculum, sottolineando il valore storico e naturalistico di quello che può considerarsi il cuore antico dei Castelli Romani.
L’antica città latina Tusculum, secondo la leggenda, fu fondata da Telegono, figlio di Ulisse e della Maga Circe, intorno al XV secolo a.C. Dopo essersi opposta all’espansione di Roma, la città fu sconfitta nel 496 a.C. Sotto il dominio romano, divenne residenza estiva prediletta di imperatori, senatori e letterati e la sua fama si mantenne viva fino all’epoca medievale, quando il Comune di Roma ne decise la distruzione definitiva nel 1191. Dopo un lungo periodo di abbandono e di saccheggio, nel 1984 la Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini decise di acquistare il sito, circa 50 ettari, dai principi Aldobrandini.
Dal 1994, in seguito a un accordo tra la Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini e la Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma CSIC, è stato avviato il progetto di ricerca archeologica Tusculum che ha visto a oggi realizzate oltre 20 campagne di scavo. Nel 2013 laScuoladi Archeologia Spagnola a Roma ha indagato per la prima volta l’area del pianoro antistante il foro. Nel 2016 e 2017 sono state realizzate due campagne di scavo che hanno portato all’individuazione di una chiesa medievale, con adiacente necropoli, costruita sui resti di un edificio termale di epoca romana. Attualmente la Comunità Montana, in collaborazione con la Scuola Spagnola e l’ICVBC-CNR, sta elaborando un progetto per il completamento dello scavo, il restauro delle strutture e l’inserimento della nuova area nel percorso di visita già esistente. Sarà il più grande scavo mai realizzato a Tuscolo dai tempi di Luciano Bonaparte e di Luigi Canina.
I resti del Tuscolo si estendono dunque su una vasta area dominata dalla rupe dell’acropoli. Oggi nel percorso sono visibili i resti del tempio di Mercurio e della Basilica, l’area dei tempietti e la Fontana Arcaica, il teatro (75 a.C), con la sua struttura primaria, con la cavea a semicerchio divisa in quattro settori in grado di ospitare fino a 350 spettatori. Fuori dall’area del Foro, seguendo i basolati della Via dei Sepolcri, è ancora possibile vedere i resti dell’edificio termale, recentemente scavato, e del Santuario extraurbano.
Il Parco riaprirà ufficialmente al pubblico, dopo quasi un anno di chiusura, nel fine settimana di sabato 13 e domenica 14 aprile 2019. Previsto un ricco programma di attività per grandi e piccoli, tra cui visite guidate, laboratori e un concerto.