La riapertura dello spazio espositivo coincide con l’inaugurazione di “Architetture di città”, progetto fotografico di Mario Ferrara dedicato a dodici Maestri dell’architettura del secondo Novecento
A un anno dal passaggio sotto la direzione del Museo di Palazzo Reale, Villa Pignatelli – Casa della Fotografia riapre al pubblico con una nuova mostra e un programma di rilancio. Il primo segnale di questa fase di rinnovamento è la mostra Architetture di città, a cura di Antonello Frongia, visitabile fino al 26 luglio 2025.
Il percorso espositivo raccoglie 48 fotografie realizzate da Mario Ferrara, architetto e docente, che indaga attraverso la lente dell’autorialità fotografica l’eredità architettonica di dodici progettisti napoletani attivi tra gli anni ’40 e ’90. Le opere, allestite al primo piano della villa, compongono una mappa visiva della modernità napoletana, restituendo un repertorio in parte dimenticato, in parte trascurato.

Un progetto che coniuga rigore e coinvolgimento civico
Come ha dichiarato Paola Ricciardi, dirigente delegata, la mostra segna la riapertura della Casa della Fotografia come luogo destinato non solo alla fotografia ma anche all’arte contemporanea. Un rilancio che si inserisce in un più ampio intervento di riqualificazione dell’intero complesso monumentale, che ha incluso anche lavori impiantistici e di sistemazione del giardino storico.
Le immagini di Ferrara si muovono tra documento e interpretazione, proponendo una lettura poetica di architetture spesso invisibili allo sguardo quotidiano, ma centrali nella storia urbana della città. L’intento non è solo celebrativo, ma anche partecipativo: coinvolgere la comunità nel riconoscimento di un patrimonio moderno, spesso escluso dai circuiti della tutela e della memoria condivisa.
Come sottolinea Grazia Torre, presidente della Fondazione Ordine Architetti Napoli, “queste fotografie mostrano gioielli architettonici che hanno superato la prova del tempo ma non quella dell’incuria. Per questo è importante farli vedere, farli riconoscere, generare attenzione”.
Dodici protagonisti dell’architettura napoletana in mostra
Le architetture fotografate da Ferrara appartengono a dodici progettisti che hanno segnato il volto della Napoli novecentesca:
- Michele Capobianco, Nuova Borsa Merci (1964–1971)
- Aldo Loris Rossi, Unità urbana Piazza Grande (1979–1989)
- Riccardo Dalisi, Torre residenziale a Ponticelli (1989)
- Alfredo Sbriziolo, Padiglione America Latina alla Mostra d’Oltremare (1951–52)
- Nicola Pagliara, Centrale di sollevamento AMAN (1973–1983)
- Agostino Renna, Piano di Monterusciello (1984–1987)
- Stefania Filo Speziale, Palazzo Della Morte (1951–1957)
- Salvatore Bisogni, Scuola materna Consorzio Edina a Poggioreale (1984–1988)
- Elena Mendia, Teatro dei Piccoli (1952)
- Alberto Izzo, Nuova Facoltà di Teologia (1969–1974)
- Sirio Giametta, Clinica Mediterranea (1945)
- Ezio De Felice ed Eirene Sbriziolo, Ampliamento del Museo del Sannio a Benevento (1987–1993)
Un ciclo di incontri per riscoprire l’architettura del Novecento
L’inaugurazione della mostra ha coinciso con l’ultimo appuntamento del ciclo “Maestri della Scuola di Architettura a Napoli”, promosso dalla Fondazione e dall’Ordine degli Architetti di Napoli con il sostegno della Regione Campania. A coronamento del progetto sono stati presentati i “Quaderni FOAN”, curati da Lorenzo Capobianco e Vincenzo Corvino, che raccolgono le riflessioni emerse nei sette incontri pubblici svoltisi tra gennaio e giugno 2025.
Alla presentazione hanno preso parte anche Alessandro Castagnaro, professore di Storia dell’Architettura alla Federico II, Emma Buondonno, consigliera dell’Ordine, e Bruno Discepolo, Assessore al Governo del Territorio della Regione Campania, che ha sostenuto l’iniziativa nell’ambito della Legge Regionale 19/2019.
Villa Pignatelli si riafferma così come uno spazio attivo di produzione culturale, capace di connettere memoria, territorio e nuove pratiche di lettura dell’urbano. Una riapertura che non si limita a restituire un luogo, ma riattiva una riflessione critica su ciò che della modernità architettonica merita ancora attenzione, tutela e racconto.