ROMA – L’esercito siriano, appoggiato dalle milizie filogovernative, ha cominciato da ieri una offensiva per riconquistare il sito archeologico di Palmira ancora nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico (Isis). Secondo il responsabile delle antichità siriane, Maamoun Abdelkarim, l’esercito avrebbe ora il controllo del quartiere dove si trovano hotel e ristoranti, oltre che della Valle delle Tombe; inoltre, avrebbe conquistato anche le alture che sovrastano il forte del XIII secolo, ancora occupato dall’Isis. Si troverebbe ora a 600 metri dal Tempio di Bel, ma sta avanzando lentamente a causa delle mine e, soprattutto, per proteggere la città, che secondo fonti militari, è anche ostacolata da una tempesta di sabbia, scatenatasi in serata e che ha notevolmente ridotto la visibilità.
Palmira era stata espugnata nel maggio 2015 dai jihadisti, che in settembre avevano annunciato l’abbattimento del Tempio di Bel. Un mese prima era stato catturato, torturato e infine decapitato lo storico custode del sito, l’82enne Kaled al-Assaad.
Grande sollievo per la notizia è stato espresso dalla direttrice generale dell’Unesco, Irina Bokova, che ha accolto con soddisfazione la notizia dell’offensiva dell’esercito siriano. “Da ormai un anno il saccheggio di Palmira è il simbolo delle ‘pulizia culturale’ che devasta il medio Oriente”, ha sottolineato Bokova, “mi rallegro per la liberazione di Palmira, città martire iscritta nel patrimonio mondiale dell’Unesco”.