UDINE – Nel corso della cerimonia per l’inaugurazione del 15° Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale, intitolato al Brigadiere Germano Craighero di Udine, sono state restituite dal Gen. C. A. Tullio Del Sette, Comandante Generale dell’Arma, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, all’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzoccato, cinque sculture in legno intagliato, dorato e policromo, della fine del XV secolo, rubate nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1981 dalla Chiesa di San Pietro Apostolo di Zuglio (Udine).
Si tratta delle figure intagliate dei Santi Apostoli Andrea, Paolo e Giacomo Maggiore (che affiancavano la figura assiale di San Pietro) e di quelle di San Matteo e San Tommaso, un tempo alloggiate nel registro superiore. Le sculture testimoniano pienamente l’abilità raggiunta da Domenico da Tolmezzo nella sua maturità, sia per quanto riguarda l’intaglio sia per la doratura e la policromia. Il polittico infatti (che ora contiene copie delle opere trafugate), firmato e datato “O[PUS DOMI]NICI DE TUMETIO 148[4]”, è un’articolata struttura di 490 cm di altezza x 287 cm di larghezza x 38 cm di profondità, che prevedeva: predella, doppio registro con 14 sculture, cimasa con il Padre Eterno, simboli degli Evangelisti e Annunciazione nei decori laterali.
Quattro delle sculture erano state pubblicate su un social network, nella pagina di presentazione di una galleria antiquaria di Torino e lì individuate dai Carabinieri del TPC, nel diuturno monitoraggio dei siti internet teso alla ricerca di beni culturali illecitamente sottratti.
L’identificazione delle opere esposte per quelle rubate nel 1981 a Carnia di Zuglio, ha permesso al TPC di richiedere all’Autorità Giudiziaria di Torino un decreto di perquisizione e sequestro.
Il ritrovamento delle cinque sculture si qualifica come un importantissimo recupero per la storia, la cultura e l’identità del Friuli V.G. in generale e della Carnia in particolare, poiché restituisce alla pubblica fruizione un patrimonio che colloca Domenico da Tolmezzo tra il Friuli V.G. e Venezia, di cui assorbì l’insegnamento di Antonio e Bartolomeo Vivarini e di Giovanni d’Alemagna. Proseguono nel frattempo le ricerche per il recupero delle altre sculture rubate.