FIRENZE – La decisione del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, di aprire al pubblico il passaggio sopraelevato più famoso di Firenze, per collegare in un unico museo Uffizi e Palazzo Pitti, rimuovendo la collezione di autoritratti esposti nella prestigiosa Galleria, non è stata accolta con particolare entusiasmo. Nei giorni scorsi si erano sollevate, a livello mediatico una serie di polemiche e si era parlato di trasformazione del corridoio in “autostrada per turisti” che per diventare accessibile a tutti, sarebbe stata di fatto spogliata di quella collezione unica al mondo. Alle obiezioni sollevate ha voluto rispondere il neo direttore-manager, cercando di spiegare dettagliatamente i motivi di tale scelta, gli obiettivi e le modifiche che verranno apportato al fine di rendere più fruibile al pubblico tutti gli spazi espositivi. In particolare, il direttore, riferendosi al timore di molti di spostare dalla sua collocazione una collezione specifica, come quella degli autoritratti appunto, ha risposto che si tratta di una “scelta moderna”. La collezione, ha sottolineato Schmidt, iniziata dal cardinal Leopoldo dei Medici fu storicamente esposta all’interno degli Uffizi, nella famosa “Sala dei pittori” (oggi sala numero 35, dedicata a Michelangelo); dopo lo smantellamento ottocentesco, solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano. “Quella attuale, dunque, non è una sede storica. Gli Uffizi invece sì”.
Inoltre, ha specificato ancora il direttore, nei tre quarti d’ora oggi dedicati al percorso guidato, la visita avviene pressoché di corsa e non c’è la possibilità di soffermarsi, se non soltanto su alcuni capolavori. Ebbene, quelle stesse opere del Vasariano – sia i capolavori, sia altri autoritratti meno noti – si potranno in futuro ammirare con calma nelle sale delle Gallerie degli Uffizi che selezioneremo in seguito a una revisione dei percorsi”. “Il mio intento è quello di eliminare i privilegi e offrire la possibilità (si badi bene, non l’obbligo) di passare attraverso il Corridoio Vasariano arrivando infine a Palazzo Pitti, con un biglietto separato da quello degli Uffizi e adeguato ai normali prezzi di accesso ai musei”. Spiega ancora Schmidt: “A causa di contratti stipulati in passato, e sui quali non posso intervenire a causa di obblighi legali, finora il Corridoio Vasariano è stato accessibile prevalentemente tramite tour operators e compagnie di viaggio, a prezzi che vanno dai 45 euro in su a persona”.
Il direttore ha anche voluto precisare che le condizioni climatiche del Corridoio Vasariano sono tutt’altro che ideali per ospitare dei dipinti su tela e su tavola. L’ambiente, totalmente esposto su tutti i lati e dotato di una copertura in incannucciato, è freddissimo d’inverno e molto caldo d’estate per via dell’esposizione ai venti e poi dell’irraggiamento solare. L’ipotesi poi di costruire un sistema di climatizzazione attiva ad aria forzata per creare le condizioni adeguate ad esporre quel tipo di opere è impraticabile perché inciderebbe in maniera aggressiva sull’architettura storica – ha spiegato Schmidt. Il direttore ha infine annunciato anche una revisione di alcuni arredi: per esempio si sostituiranno le attuali plafoniere anni ’70 per ottenere un’illuminazione migliore, ma anche esteticamente più gradevole e adatta all’ambiente”.
“Insomma, ha tenuto a sottolineare Schmidt, alla fine della profonda modifica, il Corridoio Vasariano a tutto somiglierà tranne che a un’autostrada. Ma soprattutto da percorso del principe diventerà un percorso privilegiato sì, con una irripetibile vista sulla città, sulle colline e sul fiume, ma finalmente e veramente verrà aperto al pubblico, secondo lo spirito dell’eredità di Anna Maria Luisa dei Medici che lasciò alla città: “quello che è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”, ha concluso Schmidt.
E su Facebook il sindaco di Firenze, Dario Nardella, conferma il suo pieno appoggio all’operato di Schimdt, scrivendo: “Concordo con il direttore degli Uffizi, il corridoio Vasariano, perla di architettura e bellezza della nostra città non può essere un luogo riservato a pochi privilegiati e va aperto a tutti. Per questo andremo avanti senza esitare con il progetto concordato con il Ministro Franceschini di unificare la fruizione di Palazzo Vecchio con Galleria degli Uffizi, Corridoio e Palazzo Pitti, aprendolo a tutti secondo criteri sostenibili e recuperando l’idea originaria di un percorso senza eguali. La cultura è per tutti!