FIRENZE – Il 25 maggio è stato firmato, tra le Gallerie degli Uffizi e l’Università dell’Indiana (USA), un accordo senza precedenti che prevede la digitalizzazione in 3D dell’intero patrimonio lapideo archeologico greco e romano degli Uffizi, dei musei di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli. Il progetto verrà coordinato da Bernard Frischer, professore di Informatica dell’Università dell’Indiana, direttore del Virtual World Heritage Laboratory dell’Università ed esperto di archeologia virtuale, e da Fabrizio Paolucci curatore delle antichità classiche delle Gallerie degli Uffizi. Anche il Politecnico di Milano, con un team guidato dal professor Gabriele Guidi (per l’ambito tecnico), e l’Università di Firenze, con un gruppo di lavoro coordinato dal professor Paolo Liverani (per l’ambito umanistico) daranno il loro sostegno a questa importante operazione.
Il progetto di digitalizzazione riguarderà circa 1260 opere d’arte, 320 dei quali sono in esposizione nella Galleria degli Uffizi, 120 a Palazzo Pitti, altri 120 nel Giardino di Boboli e circa 700 nei vari depositi. Si tratta della più ampia collezione di marmi antichi di un museo statale italiano non romano.
La collezione di lapidei comprende capolavori dell’arte statuaria greca (come l’Alessandro morente, la Venere Medici, il Guerriero inginocchiato e il Cinghiale) e romana (come il gruppo dei Niobidi e l’Arianna dormiente che si trova nella Sala 35 della Galleria dedicata a Michelangelo), raccolta dalla famiglia dei Medici a partire dal XV secolo, e incrementata successivamente anche dai Lorena fino agli inizi del XIX secolo.
In base all’accordo, entro il 2020 saranno resi disponibili online i modelli per scopi di studio, di tutela, divulgazione e valorizzazione.
Il progetto prevede il ricorso alla fotogrammetria digitale automatica che, rappresentando un avanzamento tecnologico recente, consente di ottenere un modello tridimensionale texturizzato a partire da normali immagini digitali. Le scansioni 3D si svolgeranno sempre di lunedì, a museo chiuso, e vedranno impegnate squadre di 2/3 persone che agiranno in loco, cioè spostandosi da un’opera all’altra.
Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi ha spiegato: “La scansione sistematica del patrimonio scultoreo antico degli Uffizi aprirà prospettive completamente nuove per la ricerca, in quanto permetterà ricostruzioni virtuali delle policromie, integrazioni e restauri virtuali con una precisione finora impensabile. Non solo: essa permetterà un’accessibilità e una fruizione globale, e perfino un rilevamento così particolareggiato da fungere praticamente come ‘copia di sicurezza’ delle statue antiche”.
Mentre il Presidente dell’Università Michael A. McRobbie ha dichiarato: “Questo è un progetto storico e altamente ambizioso uno di quelli che genererà opportunità senza confronti per gli studiosi, grazie ad una delle istituzioni culturali leader nel mondo e alle sue leggendarie collezioni. La profonda conoscenza dell’Università in materia di arte antica, assieme alla nostra expertise tecnologica, costituiranno un sicuro vantaggio, che porterà alla luce, anche dal punto di vista virtuale, una collezione di antichità classiche in grado di ispirare alcuni dei più grandi geni della storia dell’arte occidentale”.
il progetto è stato designato dal presidente McRobbie come progetto speciale per il Bicentenario dell’Università ed entrerà così a far parte delle attività e dei progetti per l’anno accademico 2019-20, durante il quale verranno celebrati i 200 anni dalla fondazione dell’Università.
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