ROMA – Spivar, acronimo di “San Pietro in Vincoli Augmented Reality”, è l’applicazione realizzata dalla società Land – indagini territoriali e archeologiche – finanziata dalla Regione Lazio nell’ambito del progetto “Dietro le forme, oltre i colori”, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma, che consente di esplorare virtualmente la Basilica di San Pietro in Vincoli, anche negli ambienti non aperti al pubblico.
La basilica nasce tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C., quando al Colosseo si tengono gli ultimi giochi gladiatori e sono ancora in funzione le vicine terme di Traiano, in una Roma di età classica ancora sostanzialmente intatta. Quindici secoli di vita ininterrotta e di trasformazioni hanno lasciato segni preziosi in un complesso che rischia di essere considerato dai visitatori solo il contenitore del Mosè di Michelangelo.
L’app – spiega una nota – si propone come una guida evoluta, focalizzata su trenta punti d’interesse offerti su una pianta georeferenziata della chiesa: dalle più importanti opere d’arte alle iscrizioni di cui San Pietro in Vincoli è ricca. Vera mappa per scoprire le vicende millenarie della Basilica, le epigrafi costituiscono l’elemento più trascurato dai visitatori, a san Pietro in Vincoli come in ogni altro luogo di culto. Al tempo stesso, le iscrizioni in latino possono costituire finestre sul passato e sulle infinite storie di cui la chiesa ha rappresentato per secoli il perno.
Spivar si spinge addirittura sotto l’edificio,saranno infatti esplorabili gli scavi archeologici del Novecento che hanno portato alla luce resti di importanti dimore databili tra il V secolo avanti Cristo al IV dopo Cristo, nel luogo in cui la tradizione poneva la residenza privata di re Tarquinio, detto il Superbo, l’ultimo re di Roma; un’area sotterranea non aperta la pubblico, finalmente raggiungibile grazie a uno schermo multimediale, visori in 3D.
Sempre in realtà immersiva si potrà accedere all’antica sacrestia, posta alle spalle del monumento di Giulio II, e raggiungere la stanza delle catene, riccamente affrescata con immagini sacre e lussureggianti grottesche, da Polidoro da Caravaggio e Vincenzo Tamagni già prima del sanguinoso sacco della città del 1527.
In aggiunta all’allestimento visivo-tattile già esistente, saranno rese disponibili anche copie in braille di alcune iscrizioni, a uso di non vedenti e ipovedenti che potranno accedere, tramite smartphone o tablet, alle traduzioni audio e ai relativi commenti.
L’applicazione Spivar sarà scaricabile dall’Info-point collocato nella Basilica e su internet.