PARIGI – E’ scomparso, all’età di 76 anni, il grande artista francese Christian Boltanski. Nato a Parigi il 6 settembre 1944, da padre medico di origine ebrea e da Marie-Elise Ilari-Guérin, scrittrice con lo pseudonimo di Annie Lauran, era il fratello del sociologo Luc e del linguista Jean-Elie.
Il suo lavoro concettuale è sempre stato pervaso dal tema della morte, della memoria e della perdita. Non è un caso che tra le sue opere spicca quella conservata al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna che circonda i resti del Dc9 abbattuto il 27 giugno 1980, mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Palermo.
Boltanski ha sempre mantenuto un forte legame con la città di Bologna – ricorda una nota dell’Istituzione Bologna Musei – fu protagonista della mostra antologica Pentimenti a Villa delle Rose nel 1997, in occasione della quale lasciò al museo l’opera Les Regards, appositamente realizzata in omaggio ai partigiani commemorati al Sacrario di Palazzo d’Accursio; autore dell’installazione permanente A proposito di Ustica presso il Museo per la Memoria di Ustica nel 2007, una delle opere d’arte contemporanea più suggestive e amate presenti a Bologna; nuovamente protagonista del progetto speciale Anime. Di luogo in luogo. Christian Boltanski a lui dedicato dalla città di Bologna nel 2017; nel 2018, infine, fu insignito della Laurea honoris causa in Discipline storiche dall’Università degli Studi di Bologna.
Boltanski ha cercato di emozionare attraverso tutte le espressioni artistiche che ha usato: foto, film, video. I temi principali delle sue opere – la memoria, l’infanzia, l’inconscio e la morte – sono stati espressi attraverso installazioni realizzate combinando frammenti di realtà e immaginazione, assemblando spesso con vecchie fotografie, oggetti riciclati, cartone, plastilina, lampade, candele.
Nel 2009 gli è stato assegnato il Premio De Gaulle-Adenauer, ex aequo con il tedesco Anselm Kiefer e nel 2011 ha rappresentato la Francia alla Biennale di Venezia.