VENEZIA – La città di Venezia, dopo i nubifragi di questi giorni, è letteralmente sott’acqua. Sono stati infatti rasentati i 190 centimetri, raggiungendo quasi il record di 194 del 1966. Il livello di allarme è alto e davvero molto preoccupante è la situazione della basilica di San Marco, allagata con una marea alta 127 centimetri.
Il nartece, l’atrio dell’edificio, è stato invaso con 70 centimetri di acqua, sono state intaccate le colonne e i marmi, già danneggiati e sostituiti dopo i nubifragi del 2018. La cripta della basilica è stata completamente inondata. Ma i danni ovviamente dovranno essere valutati solo quando l’acqua si ritirerà del tutto. La situazione, insomma, è davvero preoccupante. Secondo la Procuratoria di San Marco, che ha predisposto turni di guardia per difendere la cattedrale, l’allagamento attuale dell’edificio ha solo 5 precedenti in tutta la sua storia. Il dato allarmante è che 3 di questi si sono verificati negli ultimi 20 anni, l’ultimo il 30 ottobre 2018. “L’emergenza stavolta – ha spiegato Georg Umgiesser dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) – è collegata non solo al livello dell’acqua alta, ma alla sua durata”. Le previsioni non sono inoltre molto incoraggianti visto che è previsto un livello di marea altissimo anche nei prossimi giorni.
Intanto si è attivato il Ministero per i Beni culturali. Sono stati infatti inviati degli ispettori per effettuare verifiche sul posto. “Attendiamo gli esiti del sopralluogo degli ispettori del ministero che avverrà non appena l’attuale fenomeno di acqua alta sarà terminato – Ha affermato il ministro Dario Franceschini, che sta seguendo passo passo l’evolversi della situazione – ma siamo pronti a finanziare quanto richiesto lo scorso anno dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna per la tutela della Basilica di San Marco”.
Al momento – spiegano ancora da via del Collegio Romano – non è possibile determinare l’entità dei danni anche alla luce della vastità del patrimonio culturale della città lagunare. Per quanto riguarda la Basilica di San Marco sarebbero a rischio in particolare i marmi, le strutture lignee e i pavimenti.
Nel frattempo è stato rilanciato il tema del Mose, il colossale sistema di barriere mobili contro le acque alte, che attende ancora di essere ultimato. Come riporta l’agenzia AGI, secondo il critico d’arte Vittorio Sgarbi, già sovrintendente per il patrimonio storico e artistico proprio a Venezia, il Mose rappresenterebbe una soluzione. “La situazione è grave. – Ha detto Sgarbi all’agenzia – La basilica di San Marco è molto ferita e di anno in anno c’è un logoramento sempre più sensibile. Nonostante io tenda in genere a non fare allarmismo, stavolta dico che un rischio reale c’é”. Non è dello stesso parere l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che sempre interpellato dall’AGI, ha affermato: “L’allagamento della Basilica? Nulla di nuovo tutto questo si conosceva quando si è deciso di buttare via i soldi con il Mose. Esisteva un progetto importante di rialzo di piazza San Marco e di contenimento delle acque per preservare la Basilica da questo fenomeno. Era possibile farlo ma poi tutti i soldi per la manutenzione della città sono stati spesi per il Mose”.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che sta seguendo con molta attenzione l’evolversi della situazione, dichiara: “Firenze ha ancora negli occhi e nel cuore le immagini della terribile alluvione dell’Arno che colpì la nostra città il 4 novembre 1966. Ma non dimentica che anche Venezia quel giorni di oltre 50 anni fa fu colpita dal maltempo. E oggi, di fronte alle nuove terribili immagini che arrivano dal capoluogo veneto, siamo di nuovo sconvolti ma pronti a dare una mano”.”Il Comune – annuncia Nardella – “è a disposizione per ogni aiuto utile in queste drammatiche ore. Siamo pronti con la nostra protezione civile e a inviare i nostri migliori restauratori per recuperare i danni ingenti alle opere d’arte”.