FIRENZE – In occasione dell’International Day for the Elimination of Violence against Women sono state presentate a Firenze una serie di iniziative riunite sotto il titolo provocatorio “We Stand Together”, che ha visto protagoniste alcune ariste contemporanee.
L’artista austriaca Valie Export, all’anagrafe Waltraud Lehner (Linz, 1940), tra le artiste più note del panorama artistico contemporaneo, è stata ospite d’onore di questa giornata. Performer, regista e fotografa, nella sua pratica ha sempre riflettuto su questioni legate all’identità di genere, mettendo in discussione stereotipi e istanze contro la libertà di espressione e la sessualità. All’interno della Sala D’Arme di Palazzo Vecchio sono state proiettate in loop alcune delle opere video dell’artista, si è poi tenuto un talk con la curatrice Paola Ugolini e l’artista Silvia Giambrone (Agrigento, 1981).
Al secondo piano del Museo Novecento sono state invece esposte due opere di Silvia Giambrone, visitabili fino al 9 gennaio 2020, che affrontano i temi dell’addomesticamento alla violenza e dei tabù che circondano questa pulsione.
Infine il Cortile di Michelozzo di Palazzo Vecchio ha ospitato l’installazione dal titolo “Il luogo più pericoloso”, delle artiste Silvia Levenson e Natalia Saurin, composta da 94 piatti di ceramica decorati con frasi estrapolate dai media e usate spesso per minimizzare episodi di cronaca legati alla violenza.
Si tratta di un intervento che testimonia la violenza all’interno delle mura domestiche, con il numero 94 che ricorda le donne uccise in Italia nel 2019. Su ogni piatto dei 94, una frase o parole che parlano di controllo, di rapporto di potere, testimoniando che il femminicidio non è la conseguenza di un “raptus” improvviso, di un momentaneo impulso violento, ma il risultato di un lungo processo e di una cultura di violenze.
“La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ha spiegato il direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti – deve essere percepita come una rivolta contro il linguaggio, i gesti, i comportamenti e le azioni che umiliano, marginalizzano, sottomettono e violentano le donne e il femminile, ma anche contro ogni azione intesa per offendere l’alterità sulla base di discriminazioni di genere o razziali. Non possiamo tacere di fronte a quella che è una vera e propria guerra civile. Nel 2018 le donne uccise nel nostro paese sono state ben 142, nel 2019 ne sono decedute già 94, senza contare le donne ferite non solo nel corpo ma nell’anima, poiché esiste una violenza che uccide anche con i piccoli gesti e le parole”. “È un onore – ha continuato Risaliti – avere ospitato Valie Export, paladina del femminismo, attivista e punto di riferimento per ogni generazione successiva in arte. Le sue performance e azioni hanno svelato in modo diretto la dismisura del potere maschile perpetuato a tutti i livelli nella cultura e nella società, nelle famiglie e tra le coppie. Abbiamo però voluto confrontare il linguaggio artistico e performativo della sua generazione, che ha dovuto abbattere muri, con la pratica e le opere della generazione attuale rappresentata dalle artiste Silvia Giambrone, Silvia Levenson e Natalia Saurin. In una società in cui come ha spiegato Foucault l’esercizio del ‘’controllo e del potere’ è tanto più pervasivo quanto più è invisibile, il potere maschile continua ad essere agito e perpetuato in maniera spesso silente ma continuativa, salvo esplodere con violenza fino a portare al delitto tutte le volte che rinuncia a un confronto paritario con l’altro sesso e non tollera la sua libertà e la non dipendenza” – ha concluso.