LONDRA – Il direttore della National Gallery di Londra, Gabriele Finaldi, ha annunciato le nuove date per la mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593-1654). La rassegna, inizialmente prevista dal 4 aprile al 26 luglio 2020, è stata riprogrammata in seguito all’emergenza sanitaria e si terrà dal 3 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021.
“Sarà una rivelazione per molti scoprire i suoi potenti dipinti e conoscere la sua arte e anche la sua storia, grazie a documenti biografici che saranno esposti al pubblico per la prima volta” – ha detto Finaldi.
La monografica presenterà oltre 30 opere che ripercorreranno la carriera quarantennale dell’artista caravaggesca, figlia di Orazio Gentileschi. Saranno esposte opere come “Giuditta e la sua serva” (1608 circa, Museo Nazionale di Arte a Oslo), “Cleopatra” (1611-12 circa, Etro Collection), “Danae” (1612 circa, Saint Louis Art Museum), “Autoritratto come suonatrice di liuto” (Wadsworth Museum di Hartford) e “Santa Caterina di Alessandria” (Gallerie degli Uffizi di Firenze).
La posticipazione della mostra ha consentito un arricchimento delle opere e dei documenti esposti. Verrà infatti mostrataper la prima volta in pubblico la trascrizione originale del processo del 1612 in cui l’artista Agostino Tassi fu accusato di violenza carnale contro Artemisia, proveniente dall’Archivio di Stato di Roma.
Tra le altre novità anche un dipinto appartenente a una collezione privata, “Davide con la testa di Golia”, datato 1639, da poco restaurato e attribuito ad Artemisia Gentileschi. Sulla spada di Davide, dopo un delicato intervento di ripulitura delle incrostazioni sulla pittura, è affiorata anche la firma della celebre artista.
Da ricordare inoltre che, nel luglio 2019, la National Gallery ha acquistato l’autoritratto di Artemisia come “Santa Caterina d’Alessandria” (1615-1717), per la cifra di 3,6 milioni di sterline, stabilendo un nuovo record d’asta per la pittrice. Mentre dal dicembre scorso, dopo il pagamento di 19,5 milioni di sterline al suo proprietario privato, è entrato in collezione anche “Il ritrovamento di Mosè” (1630) di Orazio Gentileschi, dove si trovava in prestito già da 25 anni. Il monumentale dipinto sarà collocato nella rinnovata sala destinata al Barocco che verrà inaugurata in concomitanza con la grande retrospettiva su Artemisia.