PALERMO – Si è spento all’età di 76 anni Franco Battiato, musicista, regista, scrittore, pittore, ma soprattutto artista “totale”. Battiato è morto dopo una lunga malattia che lo aveva costretto a ritirarsi dalla scena pubblica, già da tempo,nella sua casa di Milo. La notizia della morte è stata diffusa dalla famiglia.
“Ci ha lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”. Così ha commentato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ricordando la figura del grande artista.
“Un artista immenso, un uomo libero, un cercatore di verità. Franco Battiato rappresenta nel panorama musicale italiano un esempio unico, irripetibile, che ha lasciato un segno che non si potrà cancellare. Fra i cantautori è stato di certo il più grande”. – Scrive sulla sua pagina Facebook, l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Alberto Samonà – “La sua poesia e la sua ricerca hanno il gusto di uno sguardo verso l’Assoluto, nella dimensione in cui tutto è uno, nella quale ciò che appare separato e scoordinato risponde invece a una legge universale di armonia e quiete, che si potrebbe definire cosmica – aggiunge – La sua musica, ma anche i suoi dipinti, le opere cinematografiche e teatrali e i libri pubblicati con la casa editrice L’Ottava da lui fondata, ci consegnano uno scopo altissimo: quello di pensare, di essere liberi, di guardarci dentro e di scoprire mondi sconosciuti che possono dischiudersi all’interno di noi stessi, rendendoci conto di ‘com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire’, ma di come questa ricerca sia, forse, la più importante. In molte sue canzoni, l’essenza di una Sicilia profonda, con i suoi riti arcaici ma tuttora presenti, con le sue donne e i suoi uomini, figli di millenni di storia, con i colori, i suoni e i profumi che si manifestano attraverso i suoi testi”. “Per me Franco – conclude – è stato tutto questo, ma anche molto di più: un compagno di viaggio, che ho incontrato in quel cammino di ricerca che attiene alla sfera del privato, delle scelte interiori, quelle grazie alle quali ci si guarda negli occhi e ci si riconosce, con un sorriso e in silenzio, senza bisogno di altre parole. Ciao Franco”.
Nato a Jonia, 1945, Franco Battiato è stato una figura unica nel panorama artistico italiano, innanzi tutto per l’originalità musicale in cui si ravvisano echi pop e rock, sprazzi di sonorità mediterranee fino a incursioni nella musica classica e operistica. Oltre alla musica, anche i testi riflettono i suoi molteplici interessi, tra i quali l’esoterismo, la teoretica filosofica, la mistica e la meditazione.
Lungo la sua carriera, in cui ha ottenuto un enorme successo di pubblico e critica, si è avvalso di prestigiose collaborazioni come quella del violinista Giusto Pio e del filosofo Manlio Sgalambro (coautore di molti suoi brani). È stato uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con tre Targhe e un Premio Tenco.
Ma Battiato è stato, di fatto, un artista totale e trasversale, che ha visto affiancare all’attività musicale anche quella cinematografica, letteraria e pittorica. Dal 1993 ha esposto i suoi quadri in diverse mostre personali a Roma, Catania, Milano Stoccolma, Miami, Firenze, Goteborg, Lodi, Pavia, Istanbul. Per l’artista il senso stesso del dipingere risiede in una specie di esperimento continuo di autoanalisi e miglioramento di sé. In un’intervista al quotidiano La Repubblica, l’artista dichiarò infatti: “Nella pittura vedo tutti i miei difetti, e mi interessa migliorare. Ne sono ingordo e non vedo l’ora di mettermi a lavorare”, ammettendo di non aver mai venduto un quadro.
Battiato, inoltre, commentando la sua attività come pittore affermò anche “Ho iniziato a dipingere vent’anni or sono, spinto dalla mia incapacità”. Eppure le sue opere rappresentano una trascrizione del suo universo, dei suoi molteplici interessi. Ha trasformato la pittura in un’arte espressiva singolare e molto personale con diversi riferimenti sia alla cultura orientale che occidentale. I temi pittorici affrontati non sono stati altro che un estensione di quelli musicali, tra dervisci danzanti, sufi in preghiera, ma anche riferimenti autobiografici. I critici hanno spesso parlato, a proposito della pittura di Battiato, di una reinterpretazione dell’arte bizantina, passando per i primitivi toscani del XIII e XVI secolo. A questo proposito il musicista disse: “Che poi si ravvisino coincidenze stilistiche, strutturali o compositive tra queste tipologie di opere e i miei dipinti non deve sorprendere: io sono legato, com’è palese anche nel mio lavoro di musicista, ad un’estetica archetipica”.
La famiglia, ringraziando tutti “per le innumerevoli testimonianze di affetto ricevute”, ha annunciato che “le esequie si terranno in forma strettamente privata”.