La figura enigmatica della regina Ahhotep torna alla ribalta grazie al volume “Il tesoro perduto della regina Ahhotep. Una donna alla riconquista dell’Egitto antico”, firmato dall’egittologo Gianluca Miniaci dell’Università di Pisa e pubblicato da Carocci
PISA – Il tesoro perduto della regina Ahhotep. Una donna alla riconquista dell’Egitto antico è il titolo del libro dell’egittologo Gianluca Miniaci che punta a far luce su una delle scoperte archeologiche più importanti dell’Ottocento, poi eclissata dal ritrovamento della tomba di Tutankhamon.


Un tesoro dimenticato
L’opera nasce dai risultati dell’Ahhotep Project, un’indagine internazionale diretta da Miniaci in collaborazione con istituzioni di rilievo come il Museo Archeologico di Luxor, l’Institute of Archaeology dell’University College London, il Museo del Louvre e il Museo Egizio del Cairo. Proprio in quest’ultimo museo, un team dell’Ateneo pisano allestirà una sala dedicata alla regina e al suo straordinario tesoro.
La ricerca ha preso avvio nel 2019, quando Miniaci ha rinvenuto un manoscritto inedito nella Bibliothèque de l’Institut de France, contenente l’unica lista nota degli oggetti che si trovavano nel sarcofago della regina al momento della sua scoperta. Durante la pandemia da Covid-19, il team ha identificato questi reperti al Museo del Cairo, rivelando nuovi dettagli sulla vita e sul potere di Ahhotep.

Ahhotep, una regina in tempi di guerra
Vissuta intorno al 1550 a.C., Ahhotep fu una figura chiave in uno dei momenti più complessi della storia egizia: la fine del Secondo Periodo Intermedio e l’inizio del Nuovo Regno, caratterizzati dalla lotta contro gli Hyksos, una popolazione straniera che dominava il delta del Nilo. La regina fu probabilmente una delle protagoniste della riconquista dell’Egitto, mantenendo un ruolo politico e militare strategico.
La sua influenza è testimoniata dagli oggetti ritrovati nel suo sarcofago, tra cui un eccezionale corredo bellico composto da armi finemente decorate con grifoni alati e leoni rampanti, simboli di potere e forza. Particolarmente significativa è una collana con tre grossi pendagli a forma di mosca, un emblema che nel mondo antico – in particolare nel Sudan – era associato al valore militare, paragonando i guerrieri alla tenacia distruttiva degli sciami di mosche.

La scoperta ottocentesca
La storia del tesoro di Ahhotep si intreccia con le grandi imprese archeologiche del XIX secolo, un’epoca in cui l’Egitto era un vero e proprio Far West dell’archeologia, tra esplorazioni, scoperte e dispute tra studiosi e avventurieri. Il merito della scoperta del sarcofago dorato di Ahhotep è attribuito all’archeologo francese Auguste Mariette, che portò alla luce oltre 70 oggetti tra bracciali, collane, amuleti e pendagli in oro, argento, bronzo e pietre preziose come lapislazzuli e corniola.
Nonostante il clamore iniziale, il ritrovamento fu presto oscurato da scoperte ancora più sensazionali, come quella della tomba di Tutankhamon nel 1922. Con il passare del tempo, la figura di Ahhotep e il suo tesoro finirono nell’ombra, fino a oggi.
Una riscoperta che riscrive la storia
Il lavoro di Miniaci e del suo team sta riportando alla luce una delle figure più importanti della storia egizia, dimostrando come le donne potessero detenere ruoli di potere, sia politico che militare, in una società apparentemente dominata dagli uomini. La loro influenza si manifestava non solo attraverso la diplomazia e la religione, ma anche sul campo di battaglia, come sembra suggerire la storia di Ahhotep.