Nel centenario della nascita di Andrea Camilleri, la Società Dante Alighieri dedica al grande autore siciliano una mostra che ne ripercorre la vita, l’opera e l’eredità culturale, andando ben oltre la figura, ormai iconica, del commissario Montalbano. L’esposizione, curata dallo storico della letteratura Giulio Ferroni e realizzata in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri e con la produzione di Arthemisia, si terrà nelle sale di Palazzo Firenze a Roma. Ad accompagnare i visitatori lungo il percorso sarà la voce di Marco Presta, già allievo di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica, che firma l’audioguida della mostra.
Il teatro del mondo, dal 23 ottobre al 9 novembre, sintetizza l’idea profonda che ha guidato tutta la vita e la scrittura di Camilleri. Come Pirandello, suo illustre conterraneo e punto di riferimento intellettuale, anche lui ha concepito il mondo come un palcoscenico in cui voci, accenti, posture e linguaggi si intrecciano in un gioco continuo di rappresentazioni. Camilleri è stato un osservatore onnivoro e curioso, capace di restare in ascolto dei suoni e dei gesti del mondo, di trasformare la realtà quotidiana in narrazione, di fondere in modo originale lingua, dialetto e invenzione.
Percorso espositivo in sei sezioni
Il percorso espositivo, suddiviso in sei sezioni, accompagna il visitatore dalle origini familiari e scolastiche fino agli ultimi anni della sua straordinaria carriera. La prima sezione, “La famiglia, la scuola, letture e scoperte”, apre le porte sull’intimità del giovane Camilleri: fotografie di famiglia, quaderni scolastici e poesie giovanili composte tra il 1939 e il 1941 si affiancano alle edizioni di Montale e Saba che ne influenzarono la formazione letteraria. Due documenti ottocenteschi ritrovati tra le carte di casa diventano, molti anni dopo, la scintilla per due romanzi celebri, La bolla di componenda e La concessione del telefono.
Segue la sezione “Poeta o regista?”, che racconta gli anni del secondo dopoguerra, quando il giovane Camilleri si muove tra poesia e impegno civile, sostenuto da figure come Alba de Céspedes ed Elio Vittorini. Nei taccuini del 1943 e 1945 e nella poesia Morte di Garcia Lorca, premiata nel 1950, si avverte la tensione di un artista in formazione, che trova presto nel teatro la sua vera dimensione creativa. L’ingresso all’Accademia d’arte drammatica di Roma segna infatti l’inizio di una lunga carriera di regista, pedagogo e autore.
L’impegno tra radio e televisione
La terza sezione, “Sulla scena teatrale: tra Beckett e Pirandello”, approfondisce il periodo delle regie e delle collaborazioni con Orazio Costa, documentando la passione di Camilleri per il teatro dell’assurdo e per autori come Beckett e Ionesco. Recensioni, copioni e fotografie testimoniano un’intensa attività teatrale e televisiva, che culmina nella produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo. L’universo della radio e della televisione viene raccontato nella sezione successiva, “Era la RAI”, dove lettere, copioni e sceneggiature originali restituiscono l’immagine di un autore poliedrico. È qui che prendono vita opere come Il Versificatore — con una preziosa lettera di Primo Levi —, Western di cose nostre di Sciascia e le popolari serie Il tenente Sheridan e Maigret.
Con “Un inesauribile narrare” si entra nel cuore del Camilleri scrittore. Dalle prime prove narrative come Mani avanti (1967–68) e Il corso delle cose (1978) fino alla nascita di Montalbano, la sezione mette in luce il lavoro di un autore che ha trasformato la lingua italiana e ha costruito uno stile inconfondibile. Lettere editoriali, traduzioni e un glossario siciliano redatto di suo pugno raccontano la costruzione di un linguaggio nuovo, sospeso tra ironia e invenzione.
Interviste, reportage, apparizioni televisive grazie a Rai Teche
La mostra si conclude con “Forme della visione”, dedicata al dialogo tra parola e immagine. I volumetti che Camilleri dedicò a Caravaggio, Guttuso e Renoir rivelano un interesse profondo per l’arte figurativa, mentre la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, recitato al Teatro Greco di Siracusa nel 2018, chiude idealmente il percorso. In quell’occasione, l’autore trasformò la sua voce e il suo pensiero in un simbolo di vitalità creativa, consegnando al pubblico un lascito di straordinaria intensità.
A completare l’esposizione vi è una selezione di materiali audiovisivi provenienti da Rai Teche, Palomar e dal Fondo Camilleri: interviste, reportage, apparizioni televisive, dal tenero servizio del Tg2 del 1996 al programma Scrittori da marciapiedi, fino al dialogo con Patrizio Roversi in Per un pugno di libri e al backstage di Conversazione su Tiresia. Queste testimonianze restituiscono la voce autentica dello scrittore, il suo humour e la sua curiosità inesauribile.








