BERNA – Ha fatto il suo debutto proprio in questi giorni a Berna, al XXV meeting annuale dell’Associazione europea degli archeologi (EAA), ArchAIDE, la prima App che sfrutta l’intelligenza artificiale e le tecnologie investigative per aiutare gli archeologi a riconoscere e classificare le migliaia di frammenti ceramici che ogni giorno emergono dagli scavi in tutto il mondo.
L’innovativo sistema, risultato dell’omonimo progetto europeo ArchAIDE, coordinato dal Laboratorio MAPPA del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, si basa su su reti neurali e una tecnologia simile a quella utilizzata in ambito investigativo per il riconoscimento facciale.
“Durante le indagini archeologiche – spiega la professoressa Letizia Gualandi del MAPPALab dell’Ateneo pisano – vengono ritrovati migliaia di frammenti ceramici prodotti nelle epoche più diverse, dalla preistoria ai giorni nostri, quasi come tessere di un puzzle che, se ricostruito, può fornire moltissime informazioni sulla vita nelle epoche passate, grazie alla app che abbiamo sviluppato l’idea è di aiutare gli archeologi a risolvere questo ‘rompicato’ cosa che attualmente richiede molto tempo e competenze molto specialistiche tanto che risulta quasi sempre impossibile catalogare tutte le ceramiche ritrovate”.
“Il funzionamento della App Archaide è molto semplice – aggiunge Gabriele Gattiglia, ricercatore dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto – basta scattare una foto con un dispositivo mobile (smartphone o tablet) e inviarla al riconoscitore automatico per riconoscere il frammento e poter condividere in tempo reale i dati, creando così un archivio che può essere utilizzato da qualunque ricercatore, studioso o appassionato in qualunque luogo si trovi.”
Francesca Anichini dell’Ateneo pisano, project manager di ArchAIDE, conclude: “La App è stata sviluppata per riconoscere sia i frammenti decorati, sia quelli privi di decorazione. Al momento l’accuratezza del riconoscimento è intorno al 75%, ma sarà proprio grazie al sempre più ampio utilizzo da parte degli utenti che il sistema riuscirà a migliorare la propria performance, e da questo punto di vista stiamo già lavorando alla costruzione di un network di università, centri di ricerca e aziende che potranno contribuire all’arricchimento del database”.
La App è già disponibile gratuitamente su AppStore and GooglePlay.