PALERMO – Dopo un lungo e laborioso lavoro di restauro e dei trattamenti di tipo conservativo è arrivata l’8 novembre, al museo Baglio Anselmi di Marsala, la più completa nave romana mai recuperata, lunga circa 25 metri, larga da 6 a 8 metri. Il museo conserva anche la grande nave fenicia recuperata al largo delle Egadi, affondata nel 241 avanti Cristo durante la più grande battaglia navale delle guerre puniche.
Il sovrintendente del mare Sebastiano Tusa 15 anni fa individuò la nave romana su segnalazione di due subacquei e ne curò successivamente il recupero.
La nave, affondata nei bassi fondali durante la manovra di ingresso nel fiume Birgi, che allora era una via navigabile, è stata quindi recuperata nel 2011, smontata pezzo per pezzo e sottoposta a un complesso lavoro di desalinizzazione e di restauro in un laboratorio specializzato di Salerno. I pezzi sono stati poi stabilizzati con sostanze a base di amidi e zuccheri. L’intera operazione è stata finanziata con i fondi del Lotto. Dopo la consegna del materiale, la nave sarà assemblata. “La nave di Marausa – ha detto l’archeologo Tusa – contribuisce ad approfondire le conoscenze sulle intense relazioni commerciali tra la Sicilia e l’Africa settentrionale in epoca tardo romana e offre un quadro di integrazione economica soprattutto nell’ambito della produzione agricola”.