ROMA – Una mostra memorabile, composta di sessanta capolavori di Gian Lorenzo Bernini esposti alla Galleria Borghese di Roma e provenienti dai più importanti musei del mondo, è offerta a chi non ha potuto esserci di persona dal documentario, diretto da Francesco Invernizzi, “Bernini”, che sarà al cinema solo il 12,13 e 14 novembre 2018.
Per capire l’importanza che essa ha, basti citare l’autorevole New York Times che ha scritto: «Nessun artista ha incarnato il Seicento come Gian Lorenzo Bernini, che ha lavorato per nove Papi e impresso in modo indelebile il suo stile sulla Città Eterna. E nessun luogo interpreta il suo genio e talento più della Galleria Borghese, la Villa – ora un museo – costruita dal suo primo mecenate, il cardinale Scipione Borghese. Bernini manifestò la sua genialità fissando la tensione e il dramma nella pietra e la mostra a lui dedicata alla Galleria Borghese è un’esperienza di quelle che capitano una sola volta nella vita».
Gian Lorenzo Bernini – nato a Napoli nel 1598 e morto a Roma nel 1680, a ottantadue anni, età veneranda per il XVII secolo – è stato uno dei massimi scultori e architetti del barocco, che ha fatto scuola per oltre un secolo dopo la sua scomparsa. Dell’artista basti citare la famosa “Fontana dei Quattro Fiumi” che a Roma sorge al centro di Piazza Navona.
Il film racconta attraverso una voce narrante la vita di Gian Lorenzo Bernini. Come sin da bambino imparò a lavorare il marmo, arte appresa da suo padre. Come si trasferì a Roma con la famiglia a soli otto anni, dove incontrò il committente delle sue creazioni oggi più famose, il cardinale Scipione Cafferelli – Borghese. Per il Cardinale Borghese Bernini scolpì, tra i venti e i ventisette anni, “Enea, Anchise e Ascanio fuggiti da Troia”, il “Ratto di Proserpina”, il “David”, “Apollo e Dafne”.
Tutte le opere che il documentario di Invernizzi ci fa ammirare, sono riprese da prospettive che ne esaltano la comprensione e la poesia: mai pietra è sembrata più morbida, carne vera in cui affondano polpastrelli marmorei, mai orbite più espressive benché intagliate nella roccia. Addirittura più stupefacente che dal vivo, perché il cinema guarda la creazione del Bernini con lente d’ingrandimento e scorre su nove ambientazioni di racconto, una per ogni sezione della mostra.
Approfondiscono il personaggio dell’artista e i suoi traguardi Anna Coliva, Direttrice della Galleria Borghese di Roma; Luigi Ficacci, storico dell’arte e soprintendente generale all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro; Andrea Bacchi, Direttore della Fondazione Zeri.
Bernini
In sala il 12,13,14 novembre 2018
Regia: Francesco Invernizzi
Con la partecipazione di:
Anna Coliva, Direttrice della Galleria Borghese di Roma
Luigi Ficacci, storico dell’arte e soprintendente generale all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro
Andrea Bacchi, Direttore della Fondazione Zeri
Scritto da: Stefano Paolo Giussani
Direttore della Fotografia: Massimiliano Gatti
Montaggio: Tommaso Feraboli (A.M.C.)