BRESCIA – Brixia Contemporary, il progetto pluriennale messo a punto da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia, per il 2017 ha selezionato come artista Mimmo Paladino. Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei e curatore della mostra, così motiva la scelta, affatto casuale: “Paladino ci è parso perfetto per inaugurare questo ambizioso progetto per la sua capacità di alimentare la storia, trasformando i simboli della cultura figurativa del mediterraneo, dagli archetipi al Novecento”. L’artista è inoltre molto legato alla città di Brescia, dove quarant’anni fa, tenne la sua prima personale importante, momento fondamentale per la sua carriera di artista oggi di fama mondiale.
In relazione con la città, le opere di Paladino creno un dialogo tra antico e contemporaneo, in un percorso che si estende da Piazza della Vittoria, simbolo della retorica piacentiniana, tra Piazza della Loggia, sede della amministrativa città, e il Duomo.
Nella Piazza sono posizionati sei tra i più celebri totem della poetica di Paladino, mentre i 20 Testimoni del 2009, opere in tufo dal richiamo archetipico, sono destinati ad accogliere i visitatori nell’area archeologica del Capitolium.
La tappa successiva è al complesso museale di Santa Giulia, dove architetture e testimonianze romane convivono con quelle longobarde, rinascimentali e via via settecentesche, creando una sintesi perfetta e armonica di stili, epoche e atmosfere.
Paladino e Di Corato hanno scelto questa volta di connotare in modo specifico i luoghi di più intensa suggestione dell’antico complesso monastico ora museale, a partire dal Chiostro di Santa Maria in Solario dove campeggia la Grande figura reclinata, bronzo dipinto del 1990. Un altro grande bronzo inedito del 2016 vigila sul Chiostro Rinascimentale, mente la Grande Figura in vetro e acciaio del 2015 osserva, all’interno del Coro delle Monache, la Croce del 2008 in ferro patinato, appiattita sull’antico pavimento in pietra e in dialogo co l’immensa crocifissione cinquecentesca del Ferramola cha la sovrasta. Lo scabro nitore longobardo di San Salvatore, cuore del sito UNESCO bresciano con i suoi elegantissimi stucchi, si coniuga perfettamente con il Velario, tela dipinta del 2010, e d’altra parte con la Testa in pietra del 1992. Un altro grande Bronzo del 2002, all’interno della Cappella di Sant’Obizio, rende tridimensionale un particolare dell’affresco del Romanino. Coinvolge la poetica presenza del Senza titolo, la celebre figura in bronzo circondata da uccellini del 2002, collocato nella Cripta.
Le opere accompagnano poi sin dentro le sale del Museo. A cominciare dalla Sezione Preistoria e Protostoria dove le antichissime ceramiche esposte nelle teche sembrano voler accogliere due esemplari di Dormiente del 2000, in terracotta e ferro, opere che paiono eternare le forme più antiche dei manufatti museali. Per la successiva Sezione Romana e Medievale sono stati scelti Bue Apis del 1993 e dei Vasi ermetici del 1994, rispettivamente in bronzo e ferro. A popolare i mosaici romani delle Domus dell’Ortaglia ci saranno due figure in alluminio dipinto, del 2005, mentre tra gli affreschi sempre romani campeggia il Cavaliere rosso, bronzo del 2007, ispirato a Marino Marini. Accanto alla Croce di Desiderio, in santa Maria in Solario, scrigno di Santa Giulia, ecco che le forme solenni della Cattedra di San Barbato, in ottone e bronzo, dedicata al vescovo che converti a Benevento proprio i Longobardi, dialogano con la celebre croce di Desiderio, dove i segni del potere sacro si fondono con quelli del potere temporale.
A chiudere il percorso è una colossale istallazione in terracotta di circa 80 metri quadri, anch’essa inedita, che accoglierà il visitatore nell’atrio della fermata della Metropolitana alla Stazione FS, come segno di continuità con Subbrixia, la manifestazione nata proprio dalla collaborazione tra Brescia Mobilità e Brescia Musei, che ha visto la presenza di artisti contemporanei con opere in site specific.
Le opere sonoo esposte dal 6 maggio al 30 settembre 2017.