ROMA – Il Museo Nazionale Romano cambia direttore. Il Capo Dipartimento per la Valorizzazione del patrimonio culturale, Alfonsina Russo, ha infatti annunciato la nomina di Edith Gabrielli come nuova direttrice, in accordo con il Ministro della Cultura. Gabrielli, già alla guida dell’Istituto ViVe – Vittoriano e Palazzo Venezia, prende così il posto del Prof. Stéphane Verger, la cui direzione negli ultimi quattro anni ha segnato una fase di grande rinnovamento per il museo, nonostante le difficoltà operative e il contesto economico sfidante.
Il saluto di Verger dopo quattro anni alla guida del Museo
Il Prof. Verger, in un messaggio di commiato, ha ricordato i principali successi e obiettivi raggiunti durante il suo mandato. Tra questi, le mostre come Tota Italia, Vita Dulcis, L’istante e l’eternità, e Dacia, che hanno saputo riunire e valorizzare al meglio il patrimonio archeologico romano. Ha inoltre curato diverse esposizione di artisti contemporanei, tra cui Ai Weiwei, Francesco Vezzoli, Tony Cragg e Elisabetta Benassi, portando la creazione contemporanea all’interno del dialogo tra antico e moderno. Verger ha potenziato l’identità del museo, trasformandolo in un polo culturale che oggi ospita concerti, performance, incontri e anche moda.
Uno dei progetti più ambiziosi sviluppati da Verger è il programma “Urbs. Dalla città alla campagna romana”, un percorso di ammodernamento che punta a completarsi entro il 2026 e che prevede un nuovo Museo Nazionale Romano. L’iniziativa include il restauro dell’Altana di Palazzo Altemps, la pedonalizzazione del piazzale di fronte al Museo dell’Arte Salvata, aperto nel 2022 in collaborazione con Roma Capitale, e interventi sulle facciate e gli impianti di Palazzo Massimo.
Verger si è concentrato anche sulla Crypta Balbi (temporaneamente chiusa al pubblico), per lungo tempo trascurata: un intervento complesso di messa in sicurezza, rilievo digitale e scavo archeologico, pensato per trasformarla in un nuovo spazio museale che possa ospitare attività di ricerca, archivi e aree di convivialità, integrandola con il quartiere ebraico e i luoghi storici della città.
Il direttore uscente ha espresso gratitudine nei confronti della squadra del museo e per tutti i collaboratori che hanno sostenuto il suo operato. Sebbene amareggiato per i progetti che non potrà seguire fino alla loro realizzazione, Verger riparte per Parigi con l’intenzione di proseguire lo studio e l’insegnamento all’École Pratique des Hautes Études.