ROMA – Torna visibile al pubblico, dopo i restauri, la Domus Aurea a Roma, la fastosa reggia di Nerone che riapre nel segno di Raffaello e con un’intervento architettonico firmato da Stefano Boeri Architetti e un progetto multisensoriale appositamente ideato dallo studio Dotdotdot.
“Inauguriamo un nuovo ingresso – ha spiegato il direttore del Parco del Colosseo, Alfonsina Russo – che consente di entrare direttamente nel cuore della Domus da Colle Oppio con una passerella di luce che si insinua tra le rovine”.
La galleria, in cui la passerella pedonale si inserisce, è concepita come uno spazio scuro e contenuto, grazie a un progetto che disegna una direttrice di luce, accompagnando il visitatore attraverso un racconto storico delle rovine. L’idea è quella di un viaggio alla ricerca della volta celeste che si apre, con un grande oculo, nella volta della Sala Ottagona, meta conclusiva dell’itinerario. Il percorso si suddivide in tre ambienti – denominati Vestibolo, Via Lattea e Approdo – che rendono possibile il collegamento tra il parco di Colle Oppio e l’antico piano di calpestio della Sala Ottagona, quasi sei metri più in basso.
L’architettura contemporanea con questo progetto sposa dunque la Roma antica in maniera non invasiva ma sicuramente molto suggestiva.
La Domus riapre inoltre con la mostra “Raffaello e la Dosum aurea. L’invenzione delle grottesche”, a cura di Vincenzo Farinella, Alfonsina Russo, Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa, come ricordato dal direttore del Parco del Colosseo, avrebbe dovuto aprire il 6 aprile del 2020, “ma a causa della pandemia abbiamo dovuto rimandarla”. L’esposizione dedicata a Raffaello era infatti nata in collegamento con quella ospitata alle Scuderie del Quirinale.
Il percorso espositivo multimediale pensato per questa mostra mette in scena la ricerca artistica e le storie contestualizzate all’interno del padiglione neroniano, attraverso sei installazioni e un progetto di narrazione visiva e sonora che si sviluppa attraverso un’esperienza multisensoriale, poetica ed evocativa dedicata al tema delle grottesche, a partire dall’apice della loro interpretazione magistrale con Raffaello, fino alla successiva diffusione nel mondo.
L’allestimento immersivo, concepito e realizzato dallo studio Dotdotdot – nato a Milano nel 2004, tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Design – ha lo scopo di raccontare in modo inedito le opere e le antiche vicende legate alla pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea. La loro scoperta avvenne intorno al 1480 ad opera di alcuni pittori – tra i quali Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli – che per primi si calarono a lume di torce nelle cavità del colle Oppio per ammirare decorazioni pittoriche di antichi ambienti romani, fino all’arrivo di Raffaello che comprese a fondo la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli in numerosi capolavori, per la prima volta svelati al pubblico attraverso le potenzialità del digitale.
“La mostra diviene rappresentazione della ricerca scientifica, delle scelte curatoriali e narrative che stanno alla base del percorso espositivo – ha spiegato Laura Dellamotta, co-founder e General Manager di Dotdotdot – “Il sapiente utilizzo del multimediale consente di raccontare storie e vicende per creare ponti concettuali e di contenuto tra capitoli tematici apparentemente distanti e in un lasso temporale ampio. Nonostante la complessità tecnica dell’allestimento, non è su questo che è importante soffermarsi, quanto invece sull’esperienza inedita, personale e formativa di contenuti storico-artistici eterogenei e prevalentemente non accessibili, messi in scena solo grazie al digitale.”
Nelle diverse sale l’allestimento si sviluppa su grandi velari ed elementi ad arco che richiamano gli “sfondati” rinascimentali. Le proiezioni digitali coinvolgono a tutta altezza i muri antichi, al fine di instaurare un dialogo tra la matericità dell’architettura storica e l’immaterialità della tecnologia contemporanea.
Ad arricchire il percorso anche uno speciale progetto di Sound Design, sempre ideato e realizzato da Dotdotdot, frutto di un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’Antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento, periodo della riscoperta della Domus Aurea. La colonna sonora è composta ed eseguita in tempo reale con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato – quali oboe, flauti, trombe e organi – e scale musicali proprie dell’epoca antica.
Il suono accompagna anche le interazioni dei visitatori: all’aumentare della presenza delle persone nella sala dedicata alla scoperta delle grottesche aumentano bisbigli e sussurri, mentre all’avvicinarsi al muro video proiettato – che si anima con la presenza, si riducono i rumori di fondo come gocciolii o ululare del vento.
“La Domus Aurea – ha commentato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, in occasione della riapertura – viene arricchita oggi da un intervento di architettura contemporanea, realizzato da Stefano Boeri, che dimostra come si possano fare interventi contemporanei di qualità che svolgono una funzione e si conciliano perfettamente con la tutela e la conservazione del patrimonio del passato”. “È un’altra grande occasione di arricchimento del nostro patrimonio culturale in un luogo simbolo per tutta Italia e per tutto il mondo. Fra poco più di un mese – ha continuato Franceschini – si aprirà il G20 dei ministri della cultura all’interno del Colosseo. Questo è un modo per dimostrare che l’Italia investe sul futuro anche sulla base della grandiosità di quello che hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto”. “La Domus Aurea è un luogo stupendo, adesso dobbiamo renderlo stupendo anche fuori – ha sottolineato ancora il ministro – c’è un problema che si chiama parco di Colle Oppio. Siamo pronti anche come Parco archeologico del Colosseo a prendere in gestione il parco di Colle Oppio all’interno del Parco archeologico del Colosseo perché sarebbe il modo di renderlo, come è giusto che sia, uno dei luoghi più collegati al Colosseo in tutto il suo splendore, non invece nel degrado che in alcune parti è davvero imbarazzante e mal si concilia con lo splendore della Domus Aurea e del Colosseo” – ha concluso Franceschini.
Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot. Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot
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