ROMA – E’ durata circa un anno l’esperienza di Musja, il museo privato voluto da Ovidio Jacorossi per condividere con la comunità la sua vasta collezione di arte contemporanea. A causa del Covid e di mancanza di prospettive, infatti, con grande rammarico, Ovidio Maria Jacorossi, direttore del museo e figlio del fondatore, comunica in una lettera la chiusura del Museo.
Nella nota si legge: “La breve ma intensa esperienza di Musja si conclude però con un grande successo: la mostra ‘The Dark Side – Chi ha paura del buio?’, a cura di Danilo Eccher, con la quale è stato inaugurato a ottobre 2019 il palinsesto espositivo. In pochi mesi abbiamo accolto oltre 10 mila visitatori, il cui entusiastico riscontro ci ha dato forza, ha confermato la validità del progetto e dimostrato la necessità di simili iniziative”.
“Purtroppo le misure restrittive – continua il direttore del museo – dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19 non hanno consentito al Museo di riaprire le sue porte. I limiti agli accessi e le numerose prescrizioni sanitarie non combaciano, infatti, né con le caratteristiche di una mostra ricca di grandi installazioni site-specific né con la particolarissima struttura dello spazio, ricavato in un edificio che sorge nel cuore di Roma, sulle antiche rovine del Teatro di Pompeo e che nei secoli ha visto stratificarsi elementi architettonici di epoche diverse, dall’età romana sino al Rinascimento”.
“Custode di un patrimonio così prezioso – racconta Jacorossi – la famiglia Jacorossi ha deciso nel 2017 di intervenire con un’importante opera di restauro che ha tutelato lo spazio, preservandone le peculiarità, e rendendolo adatto ad aprirsi al pubblico. Da qui è nato ‘Musia’, un laboratorio di sperimentazione multidisciplinare che nel tempo è cresciuto per poi trasformarsi in ‘Musja’, un vero e proprio museo, innovativo, aperto al dialogo con il pubblico e ispirato dalla profonda convinzione di Ovidio Jacorossi sulla centralità della persona umana. Un principio che gli ha permesso – nel corso della sua lunga attività – di considerare arte e impresa come un binomio inscindibile, individuando proprio nell’arte quel punto d’incontro tra il perseguimento del profitto e l’interesse collettivo”.
“Purtroppo l’esperienza di Musja termina qui. Per quanto motivati a rimboccarci le maniche e desiderosi di contribuire alla ripartenza del settore culturale – aggiunge Jacorossi – per una piccola realtà privata come la nostra, il momento non è dei più felici. I procedimenti eccessivamente burocratizzati, i pochi incentivi per la ripartenza e la grande incertezza per ciò che avverrà, non ci consentono di impostare una programmazione per i prossimi mesi. Eppure, l’arte e la cultura guardano al futuro, lo immaginano e contribuiscono a delinearne i contenuti. Nell’assenza di prospettive si spegne la loro luce, le si rende impotenti e si priva la comunità di un valore imprescindibile”.
“La mostra ‘The Dark Side – Chi ha paura del buio? – conclude il direttore del museo – affrontava proprio questo tema: 13 artisti di rilievo internazionale presentavano la loro personale interpretazione di quel sentimento e di come superarlo. Ci auguriamo che questo buio svanisca presto e che l’arte possa tornare quanto prima a svolgere il proprio ruolo di luce e di guida”.