Dalla laguna di Venezia ai linguaggi editoriali, passando per le mappe oceaniche, lo studio milanese presenta tre iniziative che ridefiniscono il ruolo dei dati nel progetto contemporaneo
VENEZIA – Alla Biennale Architettura 2025, Dotdotdot porta in scena una pratica progettuale che interroga il ruolo della tecnologia non come strumento neutro, ma come infrastruttura culturale e ambientale. Lo studio sceglie di lavorare sul piano operativo: dati, algoritmi, intelligenza artificiale e collaborazione scientifica diventano materiali di progetto, strumenti per immaginare modelli rigenerativi fondati su metriche ambientali e predittive.
Tre i contesti in cui questa visione si articola: Sea Oasis – Survival Architecture, installazione esposta alle Corderie dell’Arsenale e sviluppata con l’Università di Padova; il progetto espositivo per il SEA BEYOND Ocean Literacy Centre sull’Isola di San Servolo, co-prodotto con UNESCO e Prada; e la curatela dei dati per About:, la nuova rivista di architettura diretta da Alessandro Valenti per Hearst. Tre territori diversi, un metodo comune: usare il design come strumento di lettura e trasformazione sistemica.

Sea Oasis – Survival Architecture: rigenerare la biodiversità con l’AI
Esposta alle Corderie dell’Arsenale, l’installazione Sea Oasis – Survival Architecture nasce dalla collaborazione con la ricercatrice Olivia Cassetti dell’Università di Padova e si fonda su un impianto teorico e scientifico rigoroso: un progetto di design rigenerativo che utilizza l’intelligenza artificiale generativa per guidare interventi di ripristino ambientale nella Laguna di Venezia.
La struttura si compone di elementi stampati in 3D, progettati a partire da modelli algoritmici ispirati alle forme prodotte da bio-ingegneri naturali – come le ostriche – capaci di favorire la biodiversità marina. L’intelligenza artificiale elabora parametri ambientali, biologici e antropogenici per individuare la posizione ottimale per il rilascio in laguna di queste micro-architetture, il cui impatto sarà monitorato a posteriori da un team scientifico.
Il cuore concettuale dell’opera non risiede solo nella forma, ma nel processo decisionale reso trasparente al visitatore: un video in tempo reale mostra il ragionamento dell’AI, accompagnato da un paesaggio sonoro immersivo che traduce in emozione l’astrazione del dato. Un progetto che mette in questione l’estetica della sostenibilità, per proporne una versione misurabile, verificabile e collettiva.

SEA BEYOND: comprendere l’oceano attraverso l’esperienza immersiva
Sul fronte della comunicazione pubblica, Dotdotdot firma le installazioni immersive all’interno del SEA BEYOND Ocean Literacy Centre sull’Isola di San Servolo, uno spazio sviluppato da CRA – Carlo Ratti Associati con il supporto di UNESCO e Prada.
L’intervento si articola in tre sale che conducono il visitatore da una scala globale (10 milioni di metri dalla Terra) a una locale (la Laguna) fino alla dimensione personale e attiva, in un crescendo di coinvolgimento. Il dato, in questo contesto, diventa materiale plastico ed emotivo, grazie alla costruzione di tavoli d’acqua mappati secondo la Spilhaus Map e animati da flussi visivi e sonori che restituiscono la vitalità dell’oceano.
La progettazione ha coinvolto biologhe marine dell’UNESCO nella selezione dei dataset: correnti, migrazioni, rotte navali, salinità, storicizzazione dei fenomeni. Il risultato è un’esperienza che interroga la percezione e rinnova il linguaggio della divulgazione scientifica, con un impianto sonoro ispirato a Philip Glass e al film Koyaanisqatsi che rafforza l’impressione di un tempo oceanico, stratificato e ciclico.
About: la curatela dei dati per una nuova editoria progettuale
Nella sfera editoriale, Dotdotdot assume il ruolo di Data Curator per About:, la nuova rivista di architettura pubblicata da Hearst, presentata a Venezia il 7 maggio. La scelta del direttore Alessandro Valenti ricade su Dotdotdot per la sua capacità di connettere ricerca accademica, progettazione operativa e rappresentazione del dato in modo non convenzionale.
Il lavoro curatoriale consiste nell’integrare dataset ambientali e sociali nei processi redazionali, offrendo agli architetti strumenti analitici per ripensare le metriche del progetto. Non più solo costi, funzioni o estetica, ma impatto ecologico, benessere multispecie e tracciabilità dei materiali.
Questa impostazione, coerente con le sperimentazioni già attuate in ambito installativo, apre alla possibilità di una nuova ontologia del progetto, dove il dato diventa agente attivo e non semplice supporto narrativo. Una visione che fa della curatela una forma di progettazione a tutti gli effetti, e che si inserisce in un più ampio ripensamento del ruolo dell’architettura in epoca post-anthropocentrica.